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La Ferrari da battere è quella virtuale di David Tonizza nelle F1 Esports Series

Il pilota viterbese ha 19 anni e ha preso la patente a marzo: "Correvo con i cart ma le spese erano troppe. Al simulatore mi ispiro a Schumacher"

Davide Di Santo
Davide Di Santo

Professionista dal 2010, bassista dal 1993, padre di gemelli dal 2017. Su Tecnocrazia scrivo di digitale e tecnologia

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Ha da poco compiuto 19 anni e ha preso la patente a marzo. Ma David Tonizza ogni settimana scende in pista e con la sua monoposto difende i colori della Ferrari campione del mondo. Siamo nel mondo virtuale degli eSport dove il giovane viterbese è l’uomo da battere dopo aver vinto lo scorso anno il titolo iridato delle F1 Esports Pro Series, il Circus che compete sul videogioco ufficiale della Formula 1 parallelo a quello delle monoposto con viti e bulloni. Oggi David vive a Maranello dove insieme al FDA Hublot Esports Team lavora ogni giorno per portare in alto la bandiera col cavallino. «Mi sono adattato subito, anche per inserirmi a scuola non ho avuto difficoltà. Vivo qui con i miei compagni di squadra ma quando siamo a casa non gareggiamo, ci alleniamo solo in sede», spiega a Il Tempo Tonizza. 

La Ferrari vive un momento complicato in F1 e le vittorie negli eSport possono essere importanti per il morale dei tifosi. Senti una responsabilità particolare? 
«Il mio impegno è sempre massimo, sono consapevole di rappresentare un grandissimo team. Indipendentemente dalle competizioni reali l’obiettivo è di essere sempre al top».

 

Com’è la settimana di un videogiocatore professionista? 
«La mattina vado a scuola, e subito dopo pranzo sono sulla postazione. Solitamente mi alleno per 4-5 ore ma quando non c’è scuola il tempo al simulatore aumenta. Il format del mondiale prevede tre gare su circuiti diversi per ogni evento. L’allenamento settimanale pertanto è volto a studiare le piste e lavorare sulla capacità di passare da un circuito all’altro proprio come in gara. C’è tutto un team che lavora con noi: un coach, un team principal... È come in Formula 1, mancano solo i meccanici!».

Vincere un mondiale non è una cosa di tutti i giorni... 
«È stato un successo inaspettato perché ero un esordiente,ed è arrivato al termine di una stagione strana ed emozionante. Sono stato in testa alla classifica per tutto il campionato fino alla penultima corsa, quando ho perso la leadership. È stato un colpo durissimo. Ma la reazione di tutto il team è stata incredibile, nell’ultima gara ho preso la pole position e alla fine, combattendo fino all’ultima curva, è arrivata la vittoria. Siamo esplosi tutti di gioia, è stato bellissimo anche per come è arrivato».

Come sei diventato un pilota di F1 eSport?
«Dopo aver fatto alcune gare internazionali mi sono qualificato al Pro Draft, dove i vari team pescano i piloti per partecipare al mondiale. Lì Ferrari mi ha notato e mi ha scelto».

Sei tifoso?
«Di Formula 1 e della Ferrari, non perdo nessun Gran premio. È una passione che mi ha trasmesso mio padre. Da bambino correvo anche sui cart, ho fatto qualche gara ma non avevamo la disponibilità economica per competere a livelli più alti, visto che c’era anche mio fratello che gareggiava. Ora mio padre è entusiasta di avere un pilota professionista in famiglia. Ci ha creduto fin dall’inizio facendoci provare di tutto: cart, minimoto… Correva anche lui, per divertimento. Ora ha la sua postazione di gioco. L’ho convertito agli eSport».

Il tuo pilota preferito?
«Sicuramente Michael Schumacher, da bambino ho consumato i Dvd con i suoi migliori sorpassi. Tra i piloti di oggi mi piace molto Robert Shwartzman, che corre in Formula 2. Ha una guida molto aggressiva, quando guardo le sue gare mi emoziono. La guida "cattiva" mi piace, nelle corse virtuali si sta molto attenti a non strafare ma al momento giusto bisogna osare». 

Nelle F1 Esports Pro Series le monoposto hanno pari prestazioni ed è tutto nelle mani dei piloti. Qual è il team che temi di più quest’anno?
«Alfa Romeo quest’anno è molto forte, Jarno Opmeer è partito fortissimo. Devo dargli filo da torcere per non farlo scappare via. Nelle prime gare abbiamo avuto qualche problema tecnico che ci ha un po’ frenato. Quest’anno, infatti, per le restrizioni dovute al Coronavirus, non abbiamo gareggiato nelle arene con le stesse macchine ma ogni team si è collegato da remoto, e può verificarsi qualche problema».

Se Vettel o Leclerc ti chiedessero un consiglio per gareggiare negli eSport?
«Gli direi di fare sul simulatore le stesse cose che fanno nella guida reale. Ma dopo gli svelerei qualche segreto…».

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