
Francesco Gabbani: «Nelle nuove canzoni la mia svolta interiore»

Il nuovo album «Dalla tua parte», la tournée in giro per l’Italia e un futuro tutto da scrivere tra musica e sogni di tv. Francesco Gabbani è venuto a raccontarsi nell’edicola degli artisti de Il Tempo (GUARDA LA VIDEO INTERVISTA) alla vigilia del concerto in programma giovedì sera al Palazzo dello Sport di Roma.
Francesco Gabbani, tra qualche giorno il suo live a Roma. Che rapporto la lega alla nostra città?
«Vengono da tutto il mondo per ammirare le sue bellezze e la sua storia. Per lavoro l’ho frequentata per un periodo prolungato. Come cantante sono un po’ atipico: mi sveglio presto e ho vissuto Roma anche nelle prime ore del mattino facendo passeggiate quando non c’era ancora folla nelle strade».
Il suo nuovo album «Dalla tua parte» rappresenta una svolta artistica. Cos’è cambiato?
«Continuo a fare musica come ho sempre fatto esprimendo, nel bene o nel male, quello che sono e che vivo. In questo disco riconosco una svolta, un passo in avanti nel mio percorso esistenziale.
Contiene canzoni che ho scritto in una fase della mia vita in cui sono cresciuto e ho cambiato il mio punto di vista diventato più interiorizzato. Credo di avere più consapevolezza: quello che cerco è la serenità, quella che gli orientali chiamano pace dei sensi. Prima la cercavo all’esterno, guardandomi intorno e mettendomi in rapporto con l’esteriorità. Questo disco, invece, rappresenta un atto di interiorità perché l’illuminazione, l’equilibrio e la pace dei sensi dipendono da noi stessi, dal conoscersi e dall’avere un equilibrio interiore».
Pochi mesi fa ha portato a Sanremo «Viva la vita». Che effetto le ha fatto tornare all’Ariston?
«È un contesto molto emozionante di per sé. Per me lo è ancora di più perché ha rappresentato un luogo felice, un trampolino di lancio e una consacrazione. È stato un luogo importante nel mio percorso artistico ed esistenziale ed è un luogo che mi regalerà sempre forti emozioni. È stato bello tornarci con questa canzone perché la sento giusta per me. "Viva la vita" rappresenta il mio attuale stato d’animo e le mie intenzioni comunicative. Prima parlavo dello scavare interiormente e credo che tutti siamo alla ricerca del senso dell’esistenza. Questa canzone è un inno alla vita "così com’è" che per me è un verso fondamentale. Si riferisce all’accettare che, a volte, non abbiamo le risposte precise e dobbiamo accettare il mistero della vita. Sono contento di aver portato questo brano a Sanremo perché mi rappresenta in pieno. È un bel biglietto da visita del mio percorso e del nuovo disco».
Negli anni sente di aver alzato l’asticella della canzone sanremese?
«La percezione vera ce l’hai soltanto col passare del tempo e ora ne ho piena consapevolezza. In passato mi chiedevano se mi sentivo il rottamatore di Sanremo e adesso lo posso dire. Effettivamente da "Occidentali’s Karma" in poi mi sembra che il Festival si sia evoluto e aperto sempre di più alla musica delle nuove generazioni. Una musica che rappresenta la contemporaneità e si distacca dai cliché della canzone sanremese. Oggi mi prendo la responsabilità di aver spostato quell’asticella». Tra le sue esperienze c’è anche quella di conduttore tv.
Cosa l’attira del piccolo schermo?
«Ho condotto due edizioni di "Ci vuole un fiore" su Rai1. Ho accettato di farlo perché il tema che mi hanno proposto mi è molto caro: il rispetto per la natura e l’ecosistema. È un’esperienza che mi ha insegnato che i presentatori bravi lo sono davvero. Sembra che sia tutto facile e che parlino con molta semplicità ma, in realtà, hanno tutto sotto controllo. Sono grandi professionisti. Per me è stata una parentesi, un bel viaggio che magari, se ci sarà occasione, ripeterò. Ma continuo a considerare la musica come la mia espressione principale. Non sto pensando di fare il televisivo ma, come si dice, mai dire mai. La vita è tutta un’evoluzione, tutto uno scorrere quindi magari ci riparliamo tra un paio d’anni e presenterò un quiz».
O magari Sanremo. Le piacerebbe presentarlo?
«Perché no. Oggi non escludo nessuna possibilità. Non mi dispiacerebbe perché anche quella sarebbe una cosa in cui c’è pertinenza. Sono un musicista e sarei nel mio ambiente con la capacità di relazionarmi con gli artisti e scegliere le canzoni. Sarei sicuramente nel mio mondo».
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