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Taylor Swift, l'Eras Tour a Milano fa impennare l'economia

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Meglio di una manovra finanziaria. L’effetto Taylor Swift è un uragano che spazza le città dove si svolgono i suoi concerti. L’intero «Eras Tour» statunitense potrebbe generare una spesa di 4,6 miliardi di dollari, superiore al Pil di 35 Paesi. In poco tempo è diventato il tour con il maggiore incasso nella storia del pop: oltre 1 miliardo di dollari complessivi. E non è ancora finita. Tra pochi giorni sarà il turno di Milano dove la tournée dei record si fermerà per due live sold out da mesi in programma sabato 13 e domenica 14 luglio. Oltre 3 ore e mezza di show ripercorreranno la carriera della popstar attraverso 40 canzoni. Il palco posizionato sul lato corto di San Siro consentirà ai 65mila presenti ogni sera di assistere allo spettacolo con una visuale a 270 gradi. A 13 anni di distanza dall’ultima apparizione in Italia, gli «Swifties» sono pronti a invadere pacificamente la città della Madonnina sull’onda del «turismo passionale».

L’impatto di Taylor Swift sull’economia è talmente imponente che gli studiosi hanno coniato il neologismo «Swiftonomics»: alberghi pieni, ristoranti affollati, treni sold out e turisti che arrivano a frotte, pernottano e spendono. Una vera manna dal cielo per le amministrazioni locali. Nelle due date milanesi, per tutto l’indotto si ipotizza un boom di guadagni attorno ai 130 milioni di euro, con un aumento del 4% sull’occupazione degli alberghi e dell’11% sugli affitti brevi. Secondo i dati forniti da Airbnb, le prenotazioni effettuate nel 2023 e nei primi mesi del 2024 per venire a Milano sono cresciute di oltre il 250% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Considerando anche i fan provenienti dall’estero, più di 1 prenotazione su 4 arriva dagli Stati Uniti con un aumento di quasi il 600%. Molti spettatori Usa hanno deciso di fare il bis di concerti, comprando un altro biglietto per ripetere l’esperienza live in Europa. Secondo il promoter D’Alessandro & Galli, il 30% dei biglietti per San Siro è stato venduto all’estero: Usa 14%, Spagna 4%, Francia e Regno Unito 3%. Secondo Trainline, l’app specializzata in biglietti di treni e pullman, le tratte ferroviarie verso Milano hanno registrato incrementi nel numero di passeggeri rispetto alla settimana precedente al concerto. In questo caso i prezzi non crescono ma i viaggiatori sono quasi raddoppiati sulle rotte che collegano Milano con Napoli e Roma.

Ma non sono tutte rose e fiori. Tra gli economisti che studiano l’impatto di Taylor Swift sul Pil, c’è anche Philip Lane, capo economista della Bce, che ha citato la cantante in relazione a un possibile aumento dell’inflazione. La cosiddetta «SwiftInflation» fa lievitare i prezzi nelle città toccate dal tour che vengono letteralmente prese d’assalto. Mediamente a Milano i prezzi degli hotel sono aumentati del 44% ma in città come Liverpool, Varsavia e Stoccolma sono quasi raddoppiati. C’è poi il tema degli hacker informatici ShinyHunters che hanno violato i server Ticketmaster per impossessarsi di 30 milioni di biglietti di cui 440 mila tagliandi per i concerti di Taylor Swift a Indianapolis, Miami e New Orleans. Fortunatamente i biglietti per San Siro non sono stati rubati ma hanno raggiunto ugualmente cifre da capogiro online, con prezzi che superano i 13mila euro per due tagliandi.

Ma com’è nato l’effetto Taylor Swift? A soli 34 anni, la cantante di West Reading è stata nominata «persona dell’anno» dalla rivista Time. Il suo ultimo album «The tortured poets department» ha totalizzato oltre 1 miliardo di stream in una sola settimana, infrangendo numerosi record, tra cui album più streammato in un solo giorno e primo album nella storia di Spotify a totalizzare più di 300 milioni di stream in 24 ore. È stata capace di debuttare nel country per poi spostare progressivamente il proprio baricentro verso un pop arricchito da testi intelligenti e mai scontati. La sua carica provocatoria ha preso di mira gli ex fidanzati, com’è avvenuto nella recente revenge song «Imgonnagetyouback» in cui non risparmia una velenosissima frecciata a Fernando Alonso: «Io sono un’Aston Martin che hai guidata dritta nel fosso / poi sei scappato a nasconderti». La sua influenza non si fa sentire solo su palcoscenici e piattaforme digitali. La Swift è stata protagonista anche di un’aspra disputa con la sua ex casa discografica. Scooter Braun, manager musicale, ha acquistato Big Machine acquisendo così anche i relativi diritti sui master dei primi sei album. La Swift non ha mandato giù il boccone e e ha deciso di registrare nuovamente gli album iniziando con «Fearless (Taylor’s Version)», seguito da h «Red (Taylor’s Version)» e «Speak Now (Taylor’s Version)». Questa mossa le ha permesso di entrare di nuovo in possesso dei master, dando al pubblico versioni ri-registrate dei suoi successi più amati. Fondamentale è il suo rapporto coi fan. Tra loro è una partita a scacchi o una caccia al tesoro in cui gli indizi sono sparsi nei luoghi più disparati: anche il colore del microfono o una paillette scucita possono anticipare qualcosa.

Gli «Swifties» si preparano ai live come i tifosi di calcio lo fanno per la finale dei Mondiali: realizzano outfit fai da te, cucendoli e dipingendoli. Intrecciano braccialetti dell’amicizia da scambiare con altri anche se sconosciuti, come canta la stessa Swift nel verso «so make the friendship bracelets» in «You’re on your own kid». Sul suo successo planetario si sono moltiplicate persino teorie complottiste (che sia una strega o una spia della Cia) ma basta assistere ai concerti per rendersi conto di cosa parliamo. Taylor Swift è molto più di una popstar. Se ne sono accorti anche i Democratici statunitensi che vorrebbero coinvolgerla assieme a Michelle Obama e Oprah Winfrey nelle primarie lampo per il dopo Biden. È un’ispirata narratrice del presente in grado di interpretare alla perfezione ansie e umori del nostro tempo dando voce credibile a un’intera generazione. È un’innovatrice che sa reinventarsi continuamente, mantenendo un’identificazione totale con i suoi fan: tutti in fila già pronti col braccialetto al polso.

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