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Rockstar tra segreti, vizi e virtù sotto il cielo della grande Storia

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Una galleria di «ritratti incompiuti» di musicisti colti nell’attimo esatto in cui tutto può cambiare. Frammenti di biografie e carriere nell’acqua paludosa della grande Storia. Gli anni ’60 e ’70 che fanno da sfondo a irripetibili imprese artistiche. Il giornalista e critico musicale Stefano Mannucci ha appena pubblicato il suo terzo libro «Batti il tempo» (Il Castello). Con prosa elegante l’autore ci guida tra aneddoti che legano Miles Davis e il razzismo dilagante attraverso la love story con Juliette Gréco. Bob Dylan che lancia la sfida autorale a Lennon e si rintana nell’auto-carro funebre di Neil Young. Johnny Cash che, dopo essere stato giudicato «il figlio sbagliato» dal padre, sceglie di stare dalla parte degli ultimi fino alla presa di posizione contro la guerra del Vietnam. Se le vicende di Martin Luther King si sviluppano di pari passo alla vita di Aretha Franklin e quelle di Malcolm X ispirano il proto-rap (con Hendrix che spunta in studio), Beatles e Rolling Stones sono legati ai movimenti pacifisti e alla Guerra Fredda. Poi la «maledizione» dei Beach Boys quando si parla dell’escalation criminale di Charles Manson. E la nascita del flower power durante le manifestazioni hippie in cui si voleva far «levitare da terra» il Pentagono con la forza psichica. O la corsa allo spazio che ha suggestionato i Pink Floyd di Syd Barrett e le visioni cosmiche di David Bowie. Mannucci impreziosisce il racconto con fotografie che immortalano amicizie e contrasti tra le rockstar, scappatelle amorose e condivisione di alcol e droghe.

Un dipanarsi di intrecci fino al delirante duetto tra Jim Morrison e Jimi Hendrix, oppure John Lennon e Mick Jagger che girano in taxi per Londra o Janis Joplin che ci prova con un giovane Bruce Springsteen. L’autore si chiede cosa sarebbe successo se Grace Slick fosse riuscita a versare Lsd nel tè di Richard Nixon? Come sarebbero andate le cose se Rory Gallagher, riluttante eroe irlandese, fosse diventato il chitarrista degli Stones al posto di Mick Taylor? Senza contare che Frank Zappa progettò concretamente di correre per la presidenza degli Usa. Tra le «tre vite» di Joni Mitchell, la luna che fa cadere da un tetto Robert Wyatt spingendolo a esplorare altri universi musicali, la critica progressive alla Britannia Felix dei Genesis di Peter Gabriel, la sregolatezza di John Coltrane e i ritratti dei Buckley padre e figlio e di Nick Drake. Il libro si conclude con un dialogo surreale tra le «ombre» del Rock River: i grandi defunti della musica come Cliff Burton, John Bonham e Sinead O’Connor che dialogano tra loro. Per finire un capitolo dal contenuto futuribile: Elvis non è morto e, con l’avvento di Internet, AI e metaverso, la certezza della Storia è cancellata. «Batti il tempo» è un libro da leggere tutto d’un fiato che si rivolge anche ai ragazzi nati attorno all’11 settembre 2001. La Gen Z ha la stessa età dei padri e nonni di oggi quando provarono a cavalcare la Storia. Ispirati dal sogno vibrante nascosto tra le pieghe dell’illuminante verità di una canzone.

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