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Ricordi, canzoni e talento rock. Roger Waters entra nella leggenda

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Sono passati 80 anni dal 6 settembre 1943, quando George Roger Waters nacque a Great Bookham, un villaggio nella Contea di Surrey, in Inghilterra. Suo padre, il sottotenente Eric Fletcher Waters, sarebbe morto solo 5 mesi più tardi ad Aprilia, durante l’invasione delle truppe alleate dopo lo sbarco di Anzio. L’evento venne rievocato in «When the tigers broke free». Waters, ancora in fasce, non ebbe mai la possibilità di conoscerlo. La sofferenza per l’assenza della figura paterna è presente anche in altre composizioni come «The thin ice» o «Another brick in the wall pt. 1». In «The wall», infatti, Waters mette in scena il suo alter ego Pink, rockstar alle prese con una crisi esistenziale, che cerca di abbattere il muro eretto tra sé e il mondo. In quel doppio album si sentono anche gli echi della figura di Syd Barrett, membro fondatore dei Pink Floyd fuoriuscito dalla band dopo il crollo psichico provocato dalla deflagrazione del suo stato di alienazione. Ma quest’anno si celebra anche un altro importante anniversario legato a Waters. Sono trascorsi 50 anni esatti da quando i Pink Floyd pubblicarono «The dark side of the moon» che il 13 ottobre verrà ridistribuito in una versione rimasterizzata. Summa psichedelica in cui vengono affrontati temi universali come i conflitti interiori, il rapporto con il denaro, il trascorrere del tempo, la morte, il rapporto conflittuale con l’altro da sé e l’alienazione. Oggi tutto questo verrà riletto attraverso le lenti della nuova versione dell’album intitolata «The dark side of the moon redux» che uscirà il prossimo 6 ottobre. Solo una manciata di giorni fa, Waters ha pubblicato in rete la sua rilettura della celebre «Time».

La traccia è stata completamente reinventata per il suo progetto e allontana i suoni psichedelici del singolo originario dei Pink Floyd a favore di una produzione più intima che mette in primo piano la voce sommessa ed evocativa di Waters. Prodotto dall’ex bassista dei Pink Floyd insieme a Gus Seyffert, l’album «The dark side of the moon redux» ha visto Waters chiamare a raccolta musicisti di primo piano come (oltre a Seyffert) Joey Waronker, Jonathan Wilson, Johnny Shepherd e Jon Carin. Nei mesi scorsi Waters aveva già pubblicato una nuova interpretazione di «Money» e, in una recente dichiarazione, il musicista ha spiegato di aver iniziato a considerare cosa la saggezza di un ottantenne avrebbe portato a una successiva lettura di «The dark side of the moon». «Sono immensamente orgoglioso di ciò che abbiamo creato - ha detto Waters- Un’opera che può stare orgogliosamente accanto all’originale, mano nella mano, attraverso mezzo secolo di tempo». Leggendarie le sue intemperanze all’interno dei Pink Floyd e le battaglie legali seguite all’abbandono della band nel 1984. Fino alla reunion per il «Live 8» nel 2005. In occasione dei 70 anni dallo sbarco di Anzio, Waters partecipò all’inaugurazione di un monumento in memoria di tutti i caduti senza sepoltura della Seconda guerra mondiale. Tornò nelle campagne di Aprilia, vicino al fosso della Moletta, nel punto esatto in cui fu ucciso il padre. «Voglio essere nella trincea della vita- disse Waters in quella occasione - Non voglio essere al quartier generale, non voglio essere seduto in un albergo da qualche parte a guardare il mondo che cambia. Voglio cambiarlo io». Certamente nel rock la missione è perfettamente riuscita. 

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