50 anni dopo
David Bowie, la morte di Ziggy Stardust arriva al cinema
Ziggy Stardust, un sogno lungo 50 anni. Il 3 luglio 1973 David Bowie saliva sul palco dell’Hammersmith Odeon di Londra per «uccidere» il suo celebre alter ego Ziggy Stardust davanti a 5mila fan increduli. A 50 anni da quel giorno, dal 3 al 5 luglio, Ziggy tornerà a vivere nei cinema italiani con «Ziggy Stardust & The Spiders from Mars: il film». Quella notte del ’73 fu immortalata dal regista D.A. Pennebaker che, nel backstage e sul palco, filmò Bowie e gli Spiders from Mars e persino Ringo Starr che si era intrattenuto a lungo con loro. L’evento darà ai fan di Bowie l’opportunità di scoprire per la prima volta la scaletta completa di quel concerto, comprese le scene finali con il chitarrista Jeff Beck e la performance di «The Jean Genie» che era stata tagliata nella versione originale. La maschera di Ziggy Stardust aveva debuttato solo un anno prima, esattamente il 16 giugno 1972 con l’uscita di «The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars», concept-album che vedeva protagonista l’onirico e surreale Ziggy, prototipo del divo rock stravagante e androgino dai capelli rosso fuoco, i costumi estrosi e il fascino glam. E fu subito un successo totale.
In un’intervista pubblicata su «Rolling Stone» nel ’73, Bowie precisò a William Burroughs che, contrariamente all’opinione comune, Ziggy Stardust non era un extraterrestre ma un essere umano che, casualmente attraverso la sua radio, entrava in contatto con forze provenienti da un’altra dimensione e che, scambiando i loro messaggi per rivelazioni spirituali, adottò sulla Terra un ruolo messianico mentre gli «infiniti», creature aliene prive di passioni, lo utilizzavano come tramite per un’invasione che avrebbe distrutto il mondo. «La fine arriva quando arrivano gli “infiniti” - rivelò Bowie - Ziggy è consigliato in un sogno dagli "infiniti" di scrivere la venuta di un uomo delle stelle. Così scrisse "Starman" che è la prima notizia di speranza che le persone ricevono». Successivamente Bowie ribadì ancora che «Ziggy Stardust non è l’uomo delle stelle ma solo il suo messaggero terreno, contrariamente all’opinione secondo cui spesso si dipinge Ziggy come un extraterrestre». In quella stessa intervista Bowie rivelò che, «quando gli "infiniti" arrivano, prendono pezzi di Ziggy per diventare reali perché sono composti da anti-materia e non possono esistere nel nostro mondo. E lo fanno a pezzi durante la canzone “Rock ’n’ roll suicide”. Appena Ziggy muore sul palco, gli "infiniti" prendono i suoi elementi e diventano visibili». Ma perché il 3 luglio di 50 anni fa David Bowie decise di «uccidere» Ziggy Stardust? Il suo amore per la recitazione e la teatralità lo portarono a un’immersione totale nel suo alter ego androgino. «Sul palco ero un robot mentre fuori dal palco provavo emozioni - confessò Bowie - È probabilmente per questo che preferivo vestirmi come Ziggy piuttosto che essere David». Con il successo, però, arrivarono anche le difficoltà personali: recitare lo stesso ruolo in continuazione rese sempre più difficile scindere il personaggio dalla sua vera personalità. «Ziggy non mi avrebbe più abbandonato - spiegò il musicista - Quello fu il punto in cui tutto si spinse troppo in là. Ne risentì la mia intera personalità. Divenne tutto molto pericoloso. Iniziai a dubitare seriamente della mia sanità mentale». Fino al 3 luglio 1973 quando su Ziggy il sipario si chiuse per sempre.