Da Morrison e Jagger a Hendrix e Bowie, anche le rockstar vanno in galera
Pras Michel, ex rapper dei Fugees, rischia fino a 20 anni di carcere. È accusato di spionaggio per aver lavorato al servizio della Cina e cospirato contro gli Stati Uniti. Ma Michel è solo l’ultimo nome di un lungo elenco di star che hanno avuto problemi con la giustizia. Droga, oscenità, furti, vandalismo fino ad accuse di omicidio. Una scia di denunce che fa da contraltare a carriere costellate non solo da gloria e successi. A distanza di più di 50 anni, fa ancora scandalo l’esibizione di Jim Morrison e i Doors a Miami. Era il 1° marzo 1969 quando «King Lizard» fu accusato di aver sobillato il pubblico mostrando i genitali. Fu condannato solo per capi d’imputazione minori come atti contrari alla morale e bestemmia in luogo pubblico. Dopo qualche anno sarebbe stata la volta di Sid Vicious. Il bassista dei Sex Pistols fu indagato per l’omicidio della sua fidanzata, Nancy Spungen, trovata accoltellata in una pozza di sangue. La ragazza fu assassinata il 12 ottobre ’78 nell'appartamento del Chelsea Hotel, l’albergo newyorkese dove risiedeva con Vicious, con un colpo da taglio all’addome. Fu lo stesso musicista a dare l’allarme ma dichiarò di non ricordare cos’era successo. Pressato dalle domande degli inquirenti, fu poi arrestato per omicidio e rilasciato su cauzione pagata da Emi. Fu arrestato anche una seconda volta per aver rotto un bicchiere in faccia a Todd Smith, il fratello di Patti. Nel ’61 a Seattle Jimi Hendrix fu arrestato alla guida di due auto rubate. Il chitarrista aveva due opportunità: reclusione o arruolamento. Scelse la seconda, diventando paracadutista nella 101° Divisione Aviotrasportata di Fort Campbell. Nel ’69 fu arrestato anche per possesso di droga. Si giustificò dicendo che gliel’aveva messa nella borsa un fan.
Persino Mick Jagger fece parlare di sé. Nel ’65 una condanna a 3 mesi di carcere per possesso di droga. Nel ’72 fu arrestato con tutti gli Stones dopo la denuncia di un fotografo che li accusò di aggressione. Fino a una notte del ’76, quando anche David Bowie e Iggy Pop furono arrestati dopo un live a Rochester per possesso di marijuana. La storia racconta di una ragazza di Hong Kong, Chi Wah Soo, che si era trasferita a Rochester e aveva imparato la lingua proprio grazie alle canzoni di Bowie. La rockstar la notò in prima fila e le fece arrivare un invito al party «after show». Dopo la festa, Bowie, Iggy Pop, Soo e il bodyguard Dwaine Vaughs andarono all’American Rochester Hotel dove incontrarono altre due ragazze che si rivelarono agenti sotto copertura. Alle 2 di notte, tre agenti fecero irruzione nella stanza per una perquisizione e, dopo aver trovato la droga, arrestarono tutti. Gli agenti scortarono Bowie, Iggy Pop e altri due amici alla centrale di polizia dove furono mantenuti in custodia per alcune ore e rilasciati solo su cauzione. Poi il giudice dichiarò il Duca Bianco non colpevole e chiuse il caso. Ma la foto segnaletica scattata da Bowie in carcere passò alla storia e fu battuta all’asta per 2mila euro. Apoteosi dei paradossi rock.