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La Rai non vuole cambiare, a Sanremo sarà Amadeus quater

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Squadra che vince non si cambia. Parola dell’ad Rai Carlo Fuortes che spalanca la strada all’Amadeus quater. Anche nella serata finale di Sanremo il presentatore ha battuto se stesso con oltre 13milioni di spettatori e il 65% di share. Per trovare un risultato migliore bisogna tornare indietro di 22 anni. D’altronde Morandi l’aveva detto subito. Già dopo la proclamazione dei vincitori: «È un podio fantastico, siamo tre generazioni: gli anziani, lei di mezzo (Elisa, ndr) e i giovani». Ed è stato questo il punto di forza. Oltre naturalmente al FantaSanremo che ha incoronato Emma Marrone al primo posto. Amadeus ha unito generazioni e pubblici diversi, catalizzando l’attenzione sulla qualità. E l’exploit di Gianni Morandi ne è l’esempio plastico.

Il vero segreto di Sanremo 2022 è stato il supercast. Coraggioso e innovativo, ha portato all’Ariston le tendenze più nuove e originali della musica italiana. Molti giovani e giovanissimi come il vincitore Blanco o Sangiovanni che non hanno ancora vent’anni. Il Sanremo di Amadeus è riuscito a intercettare i teenager, diventando di tendenza su tutti i social e le piattaforme. Per una settimana intera l’hashtag #sanremo2022 è stato praticamente onnipresente. Ma lo svecchiamento parte da lontano. Mahmood aveva già vinto nel 2019 durante la direzione artistica di Claudio Baglioni. Amadeus ha portato a compimento il processo. «Claudio ha aperto una porta, io l’ho solo spalancata», ha detto Ama. Per anni Sanremo è stato vissuto come un’esperienza separata dalla realtà musicale del Paese. Oggi, al contrario, ne rispecchia tendenze, paure e sperimentazioni. Il coraggio di uscire dalla comfort zone per mettere il naso fuori e portare alla ribalta quello che gira intorno. Fino a qualche tempo fa, molti grandi artisti si tenevano alla larga dall’Ariston. Oggi, invece, il Festival è diventato un trampolino indispensabile. E nel cast di Sanremo c’erano proprio tutti. C’erano i musicisti e gli interpreti della generazione di mezzo. C’erano i cantautori indipendenti. E i grandi vecchi come Massimo Ranieri, Iva Zanicchi e Gianni Morandi che è riuscito a unire esperienza e storia con l’impatto digitale del suo seguito social.

Come detto l’audience è stato il premio. Battuta anche la prima edizione dell’era Amadeus. Nel 2020 la finale fu seguita «solo» da 11.477.000 spettatori con uno share del 60,6%. «Quando ho invitato alcuni artisti ho trovato tanto entusiasmo - ha detto Amadeus - e molti hanno accettato presentandomi i loro progetti. Abbiamo voluto dare priorità al pubblico e soprattutto ai giovani rispetto alle altre fasce d’età. Ringrazio i cantanti perché il Festival parte dai brani e i protagonisti sono loro. Sono stato sommerso dalle proposte musicali, più di 300 per averne 25 sul palco. I miei superospiti sono stati proprio i cantanti in gara».

E già si parla di Amadeus quater e di esportare il modello Sanremo ad altri progetti televisivi. «Sono onorato della proposta dell’amministratore delegato e lo ringrazio - gongola Ama - Come ha detto giustamente lui, dobbiamo ragionare a menti riposate. Fare Sanremo è un lavoro molto lungo e le cose vanno fatte quando si hanno idee, entusiasmo e forza. Bisogna prendere le cose in maniera molto seria. Avremo modo di vederci e chiacchierare serenamente e con affetto, come abbiamo sempre fatto, di Sanremo e, mi auguro, anche di altri progetti perché la Rai è casa mia».
 

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