documentario bbc
Freddie Mercury, ecco gli ultimi segreti del cantante dei Queen
Le telefonate d’allarme in piena notte degli amici e del compagno che lo accudiva. Le parole pronunciate con un filo di voce sul letto di Garden Lodge. Le ultime ore di vita di Freddie Mercury verranno svelate nel nuovo documentario intitolato «Freddie Mercury: The Final Act» che andrà in onda su Bbc Two in occasione del trentennale della morte dell’artista avvenuta a Londra il 24 novembre 1991. «Joe Fanelli mi ha chiamato intorno alle cinque del mattino - rivela nel film Peter Freestone, assistente personale di Mercury - Freddie era appena entrato in coma. Abbiamo fatto di tutto per accudirlo. Lui continuava a muoversi leggermente. Gli abbiamo cambiato la maglietta e abbiamo assistito alla sua dipartita».
Da settimane Mercury rifiutava i farmaci salvavita che gli avevano prescritto i medici e, solo poche ore prima di morire, aveva diffuso un comunicato stampa in cui rivelava al mondo la sua malattia. «A seguito delle enormi congetture sulla stampa, desidero confermare di essere risultato positivo al test per l’Hiv e di avere l’Aids. Ho ritenuto corretto mantenere queste informazioni private al fine di proteggere la privacy di coloro che mi circondavano. Tuttavia è giunto il momento per i miei amici e i fan di tutto il mondo di conoscere la verità e spero che tutti si uniranno a me e ai miei medici nella lotta contro questa terribile malattia».
Ma, all’epoca, i fan non fecero neppure in tempo a rendersene conto che Mercury era già volato via. Estremamente emozionante è anche la testimonianza di Anita Dobson, moglie di Brian May e amica intima di Freddie, che conferma come il frontman si stesse preparando a morire già sei mesi prima della sua fine per complicazioni dovute all’Aids. «Freddie mi disse - dichiara la donna davanti alle telecamere - Quando non potrò più cantare, cara, sarà quello il momento in cui morirò».
Oltre a Freestone e Anita Dobson, «Freddie Mercury: The Final Act» conterrà anche interviste esclusive a Brian May, Roger Taylor, David Wigg e alla sorella di Mercury, Kashmira Bulsara. «Realizzare il documentario è stato un viaggio straordinario nel capitolo finale di una delle più grandi icone della musica rock - ha dichiarato il regista James Rogan - Lavorare con i Queen e vedere il dietro le quinte di alcune delle loro più grandi esibizioni e del leggendario “Freddie Mercury Tribute Concert“ è stato un privilegio raro. Altrettanto importante è stato parlare alle persone che hanno vissuto nell’occhio del ciclone della pandemia globale di Hiv/Aids, con tutte le sue risonanze con il Covid di oggi. La morte di Freddie e il Tribute che i Queen hanno organizzato per lui hanno contribuito a cambiare la consapevolezza globale di questa terribile malattia in un momento critico».
Il documentario della Bbc, infatti, mostra anche il viaggio che ha portato all’epico concerto realizzato il 20 aprile 1992 allo stadio di Wembley. Dopo la morte di Mercury, i suoi compagni May e Taylor insieme al manager dei Queen Jim Beach contattarono una lunga serie di rockstar tra cui Elton John, David Bowie e Annie Lennox e decisero di rendere omaggio al loro amico con quello che sarebbe diventato uno dei più grandi concerti della storia del rock. Vi parteciparono oltre 70mila persone e oltre un miliardo di telespettatori seguì l’evento in televisione. Sul palco salirono praticamente tutte le star dell’epoca: dai Guns ’N’ Roses ai Metallica, da Elton John a Robert Plant fino a David Bowie, Annie Lennox e George Michael. E nel documentario della Bbc sono stati intervistati alcuni dei protagonisti di quella serata: Gary Cherone (Extreme), Roger Daltrey (The Who), Joe Elliott (Def Leppard), Lisa Stansfield e Paul Young, oltre al promoter Harvey Goldsmith. Nel film risuonano anche le parole di diversi testimoni dell’impatto dell’Aids sulla società dell’epoca, da medici a sopravvissuti e attivisti per i diritti umani. Tutto in memoria della voce più bella della storia del rock.