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Il digitale salverà la musica, così nasce l'artista fai da te
Musica liquida, gassosa e artista start up. Le sette note cambiano e, con loro, cambia la natura del musicista. Lo tsunami tecnologico degli ultimi 20 anni non ha rivoluzionato solo il modo di ascoltare le canzoni ma ha trasformato la natura stessa degli artisti. Di tutto questo e del futuro di creativi e addetti ai lavori si occupa Marco Tesei in «Fare musica - Discografia, piattaforme, tecnologie», edito da Zona Music Books. Nella sua lunga carriera di giornalista, Tesei ha realizzato oltre 600 interviste a personaggi della cultura e dello spettacolo e ha recentemente pubblicato il volume «Mondo Vinile. Stili, mode e avanguardie musicali in un pick-up».
In questi ultimi anni la storia della musica e della sua diffusione sta vivendo accelerazioni inedite che investono tutti gli aspetti della costruzione, della genesi e dell’identificazione sonora ma anche del mercato e dei modelli di marketing. Le tecnologie e la loro rapida e continua evoluzione sono alla base della metamorfosi che produce effetti a catena talmente veloci da impedire spesso valutazioni compiute. In «Fare musica» Tesei analizza la trasformazione della discografia, delle major, delle etichette indipendenti, il download, Spotify e come lo streaming abbia rivoluzionato l’industria musicale. Approfondisce gli aspetti che hanno influito sull’affermarsi delle nuove modalità di registrazione e riproduzione del suono attraverso testimonianze di esperti, artisti e discografici.
«Parleremo dell’evoluzione della discografia - spiega l’autore nell’introduzione - Diremo di come lo streaming abbia rivoluzionato l’industria musicale. Si parla di società liquida e quindi anche di musica liquida, inevitabilmente. Vedremo quali aspetti abbiano influito sull’affermarsi di nuove modalità di registrazione e riproduzione del suono. Ma non solo: testimonianze di esperti, artisti, autori di altri libri sull’argomento, discografici coraggiosi e rivoluzionari ci aiuteranno in questo discorso». Tra le interviste presenti quelle a Peppino Di Capri, Alberto Fortis, Tosca e a molti discografici, manager e operatori storici come Gianni Sibilla, Massimo Bonelli, Roberto Razzini e Fernando Fratarcangeli.
Secondo Marshall McLuhan «il mezzo è il messaggio» e le sue previsioni si sono avverate anche e soprattutto nell’età della musica gassosa. «Nell’era digitale - conferma Massimo Bonelli, musicista, produttore, manager e consulente musicale - l’artista si deve porre rispetto al suo progetto artistico e musicale come un imprenditore rispetto a una start up. Lui, in quanto artista, ha un’idea originale, innovativa, che è la sua musica, e deve riuscire a lanciarla sul mercato e diffonderla il più possibile...In quest’ottica non ha che se stesso e la propria creatività per costruire attorno un suo progetto artistico, attraverso tutta una serie di fasi e di sviluppi, dal marketing alla produzione, alla comunicazione, alla gestione amministrativa, agli investimenti».
Basta guardarsi alle spalle per rendersi conto che, in realtà, sono già più di 20 anni che la musica digitale ha cambiato i connotati al mercato discografico. Prima con i download di eMule, adesso con lo streaming di Spotify e Apple Music. E il futuro cosa ci riserva? «Prima c’è stato il vinile che ha avuto 60 anni di larghissima diffusione dagli anni ’50 in avanti, in America e poi in Europa - racconta nel libro Roberto Razzini, consigliere delegato di Warner Chappell Music Italiana Spa dal 2002 - Il cd è durato 20 anni, in maniera concreta. Il download - in maniera efficace, concreta, assoluta - è durato una decina d’anni. Adesso siamo nel periodo dello streaming. La tecnologia rende tutto molto più veloce e sempre più accelerato: i cicli di vita si accorciano sempre più: 70 anni, 20 anni, 10. Adesso, quanto ancora durerà lo streaming? Che cosa ci sarà di nuovo? Io faccio fatica a immaginare che ci fermeremo allo streaming di Spotify. Qualcos’altro arriverà presto». E siamo sicuri che Marco Tesei ci stia già lavorando.