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I Queen non mollano. Così rinascono nel segno di Freddie Mercury

Carlo Antini
Carlo Antini

Parole e musica come ascisse e ordinate

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Vederli insieme sul palco scatena un vortice di emozioni. Brian May e Roger Taylor erano un po’ affaticati già nel 2014 ma la classe non è acqua e la loro energia è ancora contagiosa. Davanti al chitarrista e al batterista dei Queen c’è la voce cristallina di Adam Lambert, talentuoso ragazzone statunitense che, all’epoca, aveva 32 anni. I tre hanno rimesso in piedi quel sogno chiamato Queen. La molla fu una tournée in Asia in cui suonarono per la prima volta la nuova versione di «I was born to love you».
Il brano ha debuttato nell’agosto 2014 dal vivo durante il «Tokyo Summer Sonic». Era la prima volta che i Queen + Adam Lambert proponevano quell’arrangiamento innovativo. Prima la band aveva incluso solo raramente il brano in un live set e solo come breve versione acustica. A onor del vero, questa performance era stata già inclusa nel dvd «Queen + Adam Lambert - Live in Japan» pubblicato soltanto in Giappone in vari formati il 20 dicembre 2016. La nuova versione è contenuta nel nuovo progetto dal vivo «Live around the world» e verrà così svelata al mondo intero.

 

 

Scritta da Freddie Mercury e pubblicata come singolo nel suo album di debutto solista del 1985 «Mr Bad Guy», la canzone fu poi riarrangiata dai Queen nel 1995 per «Made in Heaven», il loro album pubblicato dopo la morte di Mercury. La versione contenuta in «Live around the world» è stata registrata durante il primo tour dei Queen in Asia, un viaggio che li ha visti suonare a Seul e in due imponenti spettacoli all’aperto nelle città giapponesi di Osaka e Tokyo.
Sono tanti i retroscena e gli aneddoti che si celano dietro il nuovo progetto live. Come racconta il chitarrista Brian May: «Avevo un’ossessione per questa canzone e per l’idea di crearne una nuova versione immaginando come l’avremmo suonata dal vivo se Freddie fosse stato sul palco con noi. La nuova versione del brano è una sorta di esibizione live virtuale nella quale abbiamo utilizzato la spettacolare voce di Freddie come filo conduttore, mentre Roger, John e io abbiamo suonato le nostre parti dal vivo su una traccia riarrangiata che avevo messo insieme e che ho completato con alcune aggiunte prendendomi qualche libertà con la voce, comprese alcune improvvisazioni di Freddie. In questo modo l’effetto live è ancora più intenso. Non sapevamo che anni dopo avremmo avuto l’opportunità con Adam Lambert di portarla finalmente su un palcoscenico reale».
Questa esibizione di «I Was Born To Love You» ha regalato per la prima volta ai fan giapponesi la combinazione della magia dei Queen con il talento della voce di Adam Lambert. Lo spettacolo fu un successo clamoroso e May ricorda: «Abbiamo tutti pensato che fosse un concerto piuttosto difficile. Il pubblico era meraviglioso ma con il caldo e l’umidità era molto difficile suonare. Tuttavia, quando abbiamo guardato il video, abbiamo tutti pensato che avesse una grande energia e l’interazione con il pubblico è stata fantastica».
Anche il giovane Adam Lambert è entusiasta: «Il pubblico giapponese era così appassionato, così emozionato. Potevi sentire una vera connessione. Ed è diverso che in altri Paesi. C'è qualcosa di molto speciale lì». Il batterista Roger Taylor aggiunge: «La reazione del pubblico è stata fantastica ed era un pubblico così giovane per cui è stata una grande sorpresa per noi».

Pur trovandosi all’interno di un album, la canzone ha preso una vita propria in Giappone. Utilizzata nel febbraio 1996 come base per uno spot tv nazionale, la canzone ha raggiunto una popolarità tale da costringere la band a pubblicarla come singolo diventando il primo brano dei Queen a entrare in una classifica giapponese dal 1977. Nel 2004 il brano è stato poi utilizzato come soundtrack per una popolare serie televisiva. In seguito è ritornato in classifica, raggiungendo la vetta. Oggi è sicuramente una delle canzoni più popolari dei Queen in Giappone. Solo una constatazione finale: di fronte all’agonia del mercato discografico, band e major dovrebbero avere più intraprendenza nell’incoraggiare nuovi progetti musicali. Dalla crisi attuale non si esce limitandosi a riesumare concerti risalenti a 6 anni fa.

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