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Giulia Cecchettin, la sorella non trattiene la rabbia: “Turetta? Sentenza segna un terribile precedente”

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"Una sentenza simile, con motivazioni simili in un momento storico come quello in cui stiamo vivendo, non solo è pericolosa, ma segna un terribile precedente". Non trattiene la rabbia Elena Cecchettin, sorella di Giulia Cecchettin, all'indomani delle motivazioni della sentenza all'ergastolo per Filippo Turetta per l'omicidio della studentessa di Vigonovo. "Se non iniziamo a prendere sul serio la questione tutto ciò che è stato detto su Giulia che doveva essere l'ultima sono solo parole al vento. Sì, fa la differenza riconoscere le aggravanti, perché vuol dire che la violenza di genere non è presente solo dove è presente il coltello o il pugno. Ma molto prima. E significa che abbiamo tempo per prevenire gli esiti peggiori. Sapete cosa ha ucciso mia sorella? Non solo una mano violenta, ma la giustificazione e menefreghismo per gli stadi di violenza che anticipano il femminicidio", ha scritto la ragazza su Instagram in merito al mancato riconoscimento dell'aggravante dello stalking e della crudeltà sebbene Turetta abbia inflitto 75 coltellate.

 

 

Secondo i giudici quelle 75 coltellate non furono 'crudeltà', ma "inesperienza". Un atto, colpire la 22enne 75 volte, non in una ma in due diverse aggressioni, che ha avuto una dinamica "certamente efferata", ma che è stato una "conseguenza della inesperienza e della inabilità" del 23enne di Torreglia, in provincia di Padova. Colpirla 75 volte non era dunque, per i giudici della Corte d'Assise di Venezia (presidente Stefano Manduzio, estensore Francesca Zancan) "un modo per infierire crudelmente o per fare scempio della vittima". Turetta è stato condannato all'ergastolo lo scorso 3 dicembre. La Corte d'Assise, nel pronunciare il verdetto, aveva riconosciuto l'aggravante della premeditazione, ma aveva lasciato cadere quelle della crudeltà e dello stalking. 

 

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