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Garlasco, quell'inchiesta su Sempio chiusa in fretta e i dubbi sul Pm indagato

Rita Cavallaro
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 E il procuratore che archiviò Andrea Sempio finisce sotto inchiesta. Il caso Garlasco, giorno dopo giorno, non risparmia colpi di scena. Ora la Procura di Pavia, che investiga nuovamente sull’omicidio di Chiara Poggi, ha iscritto nel registro degli indagati l’ex procuratore capo Mario Venditti, colui che nel 2017 chiuse in tempi record il fascicolo contro Sempio, coinvolto nel delitto dopo la scoperta, da parte della difesa di Alberto Stasi, del suo Dna sulle unghie della vittima, uccisa nella villetta di via Pascoli il 13 agosto 2007. A rivelare l’iscrizione di Venditti è stato Luca Fazzo su Il Giornale, facendo riferimento a un fascicolo trasmesso dal procuratore Fabio Napoleone ai colleghi di Brescia, competenti a indagare sulla condotta dei magistrati pavesi.

 

L’accusa nei confronti del predecessore, che ora è in pensione e riveste la carica di presidente del Casinò di Campione d’Italia, riguarda la presunta gestione opaca dei fondi della Procura di Pavia, che Venditti ha portato avanti negli ultimi anni con una squadra di stretti collaboratori.

Gli inquirenti, che hanno ottenuto la riapertura dell’inchiesta contro Sempio per omicidio in concorso, non solo si sarebbero convinti che l’ostinazione con cui Venditti archiviò rapidamente la posizione dell’amico del fratello di Chiara fosse immotivata, ma hanno deciso di approfondire anche alcuni aspetti relativi soprattutto alle spese per le intercettazioni telefoniche. Un’indagine, quella contro Venditti, che segue di alcuni mesi l’operazione "Clean", al culmine della quale la Guardia di finanza ha arrestato due carabinieri che all’epoca della gestione Venditti ricoprivano ruoli di primo piano. Si tratta del comandante del Nucleo investigativo Maurizio Pappalardo e del maresciallo Antonio Scoppetta, quest’ultimo in servizio proprio alla sezione di polizia giudiziaria della Procura.

 

I due sarebbero finiti in una storia che disegna un sistema di potere e intrecci tra magistrati, carabinieri e imprenditori. Uno di questi ultimi aveva tirato in ballo l’ex capo della Procura. Senza contare che ora i fari investigativi si sono accesi anche sugli inquirenti che, nel 2007, si occuparono delle indagini sul delitto di Garlasco. «Non ne so nulla», ha commentato Venditti, interpellato dall’Agi in merito all’indagine a suo carico.

«Sono solo calunnie», garantisce l’ex magistrato. Eppure fonti qualificate confermano che effettivamente un fascicolo sarebbe stato inviato da Pavia a Brescia. Il riserbo è massimo e al momento non è stato rivelato se, oltre alla gestione dei fondi, negli atti siano contenuti approfondimenti sull’operato di Venditti nell’inchiesta lampo su Sempio. Ma certamente non è passato inosservato l’attacco del predecessore alla nuova inchiesta coordinata da Napoleone. Il giorno dopo la notizia della nuova iscrizione di Sempio, infatti, Venditti aveva diramato un lungo comunicato: «Resto convinto della mia tesi: non ci sono elementi contro Andrea Sempio e ora non c’è nulla di nuovo contro di lui. Tutto quello di cui si discute è già stato analizzato». Adesso, oltre che su Sempio, indagano pure su di lui.

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