
Moschea abusiva, la sinistra chiude un occhio: folla e canti anche di notte. La denuncia di Cisint a Padova

Enclavi musulmane nel cuore d'Italia, aree grigie fuori dal controllo delle istituzioni dove spesso si annida il radicalismo. "Le zone franche islamiche in Italia sono una realtà, soprattutto nei territori amministrati dalla sinistra, che troppo spesso chiude un occhio o peggio, si rende complice di situazioni fuori controllo", denuncia Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega.
L’ennesimo caso è quello segnalato a Padova, "in via Turazza: da oltre dieci anni, al posto di quella che era una galleria d’arte, sorge una moschea abusiva. Il Comune di centrosinistra lo sa bene, perché da anni i cittadini delle zone limitrofe segnalano il problema. Eppure, nulla è stato fatto", osserva l'ex sindaca di Monfalcone.
I video e le foto documentano la folle che si riunisce negli spazi della moschea abusiva e l'invasione nelle strade limitrofe di biciclette e monopattini. "Ho incontrato personalmente alcune famiglie con bambini, sui quali volti si legge tutta la loro paura e preoccupazione, costrette a vivere in un quartiere trasformato rispetto a quello a dove avevano comprato casa e da cui ora si sentono costretti a scappare", racconta Cisint.
"Nelle ore di preghiera, 5 volte al giorno e pure la notte, la moschea si riempie al punto che centinaia di fedeli si riversano in strada, pregano sui marciapiedi, bloccano la viabilità lasciando scarpe e biciclette ovunque. Ma non finisce qua: i canti islamici vanno avanti giorno e notte, rendendo impossibile il sonno ai giovani figli delle famiglie residenti nei paraggi, che sono costretti per provare ad addormentarsi a coprire i suoni con della musica. E chi prova a lamentarsi viene minacciato di morte, accerchiato e insultato. Pretendere la serenità è forse una colpa?", chiede l'europarlamentare che punta il dito contro la genuflessione all'Islam promossa dalla galassia progressista.
"Di fronte a tutto questo, la sinistra rimane in silenzio. Anzi, ormai nemmeno nega più l’esistenza della moschea abusiva. Ma invece di far rispettare le regole, preferisce proteggere chi cerca di imporre la Sharia nel nostro Paese. Ne è una prova lampante il fatto che proprio in questo centro islamico, le donne devono entrare da un ingresso secondario, nascosto nel retro. L’ennesima vergognosa dimostrazione di come l’Islam radicale non voglia altro che calpestare le nostre leggi e i nostri valori alla luce del sole. Un’arroganza, quella dei radicalisti, che, come già accaduto a Monfalcone, punta a infiltrarsi anche nelle Istituzioni attraverso il partito islamico di Soumahoro e Konate – creatura delle sinistre – pronto a spalancare le porte a moschee, cimiteri islamici, sottomissione della donna e matrimoni poligami", afferma Cisint, "Precetti che, come sottolineato anche da Souad Sbai, sono non solo radicalmente opposti alla nostra cultura e alle nostre tradizioni, ma in netto contrasto con la Costituzione italiana. Per questo vanno respinti e vietati senza esitazioni".
C'è anche un altro aspetto. "Questa vicenda ancora una volta ci spiega quanto pesi il vuoto normativo sulla mancata intesa tra Stato e Islam, prevista dall’articolo 8 della Costituzione. Un vuoto che, ancora una volta, finisce per penalizzare i cittadini onesti, costretti a subire l’arroganza di chi si sente al di sopra delle regole e non ci permette di controllare chi e cosa viene predicato dai presunti Imam. Preoccupante anche, infatti, sotto il profilo della sicurezza, gli “ospiti” che a quanto pare dormono senza controllo e registrazione dentro la moschea. Un potenziale covo per terroristi, come già purtroppo verificatosi a Milano - denuncia l'ex sindaca di Monfalcone - Per questo, come Europarlamentare, ho chiesto e ottenuto un incontro con il Prefetto di Padova. Abbiamo avuto un confronto lungo e concreto, e mi ha assicurato che seguirà con attenzione la vicenda. Noi non molliamo".
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