
Ue, “scorte di acqua e cibo per le famiglie”. Bruxelles pronta alla guerra: tutti i piani

La Commissione europea chiederà che tutte le famiglie europee abbiano scorte di acqua, farmaci, batterie e cibo per sopravvivere 72 ore senza aiuti esterni in caso di crisi. È una delle indicazioni contenute nella strategia per la preparazione dell’Unione, che la Commissione presenterà in giornata, secondo una bozza visualizzata dal quotidiano spagnolo El Pais. «Dobbiamo prepararci a incidenti e crisi intersettoriali su larga scala, inclusa la possibilità di aggressione armata, che colpiscano uno o più Stati membri», afferma il documento.

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L’esecutivo europeo propone inoltre 30 azioni chiave, che vanno dalla preparazione civile in caso di emergenza a elementi più tecnici come manovre congiunte e corsi specializzati per giovani e adulti, per prevenire la cittadinanza. E avverte che per agire congiuntamente con uno «spirito di solidarietà», come stabilito dai trattati, «l’Ue deve essere in grado di dispiegare tutte le risorse e i mezzi disponibili a supporto degli Stati membri. Questo potrebbe includere risorse militari messe a disposizione dai paesi». Il documento si basa su un rapporto sulla preparazione alle crisi redatto dall’ex presidente della Finlandia, Sauli Niinisto, pubblicato lo scorso ottobre, in cui si chiedeva tra le altre cose che almeno il 20% del bilancio comunitario venisse dedicato alla sicurezza e alla preparazione per le crisi. Secondo la Commissione è necessario un «cambio di mentalità» da parte dei cittadini, e si raccomanda l’esecuzione di manovre periodiche e simulazioni su scala comunitaria per testare l’assistenza di un Paese verso un altro, in caso di attacco o crisi.

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«L’Europa non può permettersi di essere un semplice osservatore», afferma ancora la bozza, «in caso di aggressione armata, le forze armate richiederebbero supporto civile per garantire il funzionamento continuo dello Stato e della società». Ma i pericoli non sono solo militari: nel piano, infatti, si avverte anche riguardo alla necessità di essere preparati di fronte a episodi che potrebbero sembrare più vicini ai cittadini dei Paesi del sud, come la Spagna o l’Italia: incendi boschivi, forti piogge e inondazioni, siccità. «L’Europa è il continente che si sta riscaldando di più», avverte la Commissione, e se ciò «non si affronta migliorando la capacità strutturale delle nostre società di gestire i rischi, i costi umani, economici e sociali del cambiamento climatico non faranno che aumentare nei prossimi anni, includendo la crescente pressione derivante dal suo impatto negativo in altre parti del mondo, come le interruzioni nelle rotte commerciali e le catene di approvvigionamento globali».
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