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Gay Help Line compie 19 anni. Il presidente Rocca: "Nel Lazio nessuno spazio alle discriminazioni"

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Nel marzo 2006 nasceva Gay Help Line 800 713 713, il numero verde gratuito contro l’omobitransfobia, attivato a seguito della crudele morte, avvenuta nel luglio 2025, di Paolo Seganti, giovane omosessuale ucciso a Roma a cui è stato poi dedicato Viale Paolo Seganti ed il Servizio di Gay Help Line, gestito da Gay Center. Il servizio ha visto sin dalla sua nascita il sostegno del Comune di Roma, Regione Lazio, ed successivamente anche dall’Unar, fondi 8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Chiesa Valdese e donazioni di Aziende e Privati.

Sono oltre 360.000 le persone che hanno raggiunto il servizio al telefono o tramite la chat Speakly.org in questi 19 anni: con una media di circa 20.000 richieste ogni anno, ciò mostra  quanto le persone LGBTQIA+ continuino ad affrontare discriminazioni, violenze e isolamento.

Secondo i dati raccolti da Gay Help Line 800713 713 oltre il 51% dei contatti proviene da giovani che affrontano difficoltà in famiglia o a scuola. Il 41,6% delle persone assistite riporta violenze fisiche o psicologiche in ambito familiare, mentre il 17% ha perso il sostegno economico dai genitori, compromettendo il proprio percorso di studi o formazione.

Nel mondo del lavoro, i casi di discriminazione denunciati sono l’11,6% dei contatti denuncia per esclusione o mobbing, con un impatto particolarmente grave sulle persone trans, che faticano a trovare occupazione (8%). Inoltre, il 5,7% delle persone seguite ha abbandonato gli studi a causa del bullismo omotransfobico.

Dal 2016, Gay Help Line ha dato vita a soluzioni concrete per chi subisce violenze e discriminazioni, inaugurando la prima casa famiglia Refuge LGBTQIA+, seguita nel 2021 da Refuge T*, dedicata alle persone trans e non binarie e nel maggio 2024 si è aggiunta una terza struttura: un cohousing LGBT+ nel centro storico di Roma.

“Diciannove anni di ascolto e supporto ci hanno dimostrato che l’omobitransfobia è ancora una realtà quotidiana” – dichiara Alessandra Rossi Coordinatrice Gay Help Line 800713713 – “Ma anche che una rete di supporto può davvero fare la differenza. Continueremo a essere qui per chi ha bisogno. Servizio che è stato possibile garantire grazie al Comune di Roma, Regione Lazio, sin dalla fondazione ed successivamente anche dall’Unar, fondi 8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Chiesa Valdese e donazioni di Aziende e Privati. Oltre al quotidiano supporto di centinaia di volontari che in questi anni ci sono sempre stati vicini”.

“Un traguardo importante per un servizio prezioso per la comunità lgbtqia+ e anche per la nostra città. Grazie alle operatrici e agli operatori della Gay Help Line che gestisce oggi, attraverso il Gay Center, il Contact Center di Roma Capitale, per la professionalità e l’impegno quotidiano a fianco della comunità lgbtqia+. Come Roma Capitale, continueremo a sostenere il loro lavoro come quello delle tante realtà che si occupano del benessere delle persone lgbtqia+ che vivono nella nostra città”. Lo dichiara Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma.

“Il Lazio è un territorio dove la discriminazione e la prevaricazione non devono trovare spazio. Perciò sosteniamo questo importante presidio a sostegno e supporto delle persone LGBT+ vittime di violenza e intolleranza. L’orientamento sessuale e l’identità di genere non sono e non devono essere un motivo di emarginazione. È un dovere delle Istituzioni garantirlo.” Lo dichiara Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio.
 
“Il contrasto alle discriminazioni è un impegno imprescindibile per le istituzioni, che devono garantire strumenti concreti di tutela e supporto. I centri dedicati alla prevenzione e al contrasto delle discriminazioni rappresentano un presidio fondamentale per offrire ascolto, assistenza e protezione alle persone LGBT+ che subiscono violenze e intolleranza, nel solco del servizio partito 19 anni fa. Questo impegno oggi prosegue affinché nessuno sia lasciato solo e affinché l’inclusione e il rispetto siano sempre più una realtà per tutti.” Lo dichiara Mattia Peradotto Direttore UNAR.
 
“La Soka Gakkai si impegna da sempre a diffondere i valori del rispetto per la dignità della vita e dei diritti umani. Il finanziamento, attraverso i fondi dell’8x1000, di progetti come Gay Help Line e le case Famiglia Refuge LGBT+ riflette la nostra visione di una società inclusiva, in cui le differenze rappresentano una risorsa per la pace e la felicità collettiva”.
Lo dichiara Alberto Aprea, Presidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.

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