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Garlasco, nuovi e vecchi reperti: scontro tra pm e difesa di Sempio sulle analisi genetiche

Rita Cavallaro
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«Io non c’entro nulla con il fatto, in questa vicenda non ho nessun peso sulla coscienza, non ho segreti. Sono contento che le autorità indaghino. Frequentavo la casa Poggi, quindi dovessero trovare delle mie tracce, dna, impronte frequentavo la casa, cioè ero lì nei giorni precedenti, andavo lì con Marco. Quindi se ci fossero mie tracce, non sarei stupito». È Andrea Sempio a parlare in un’intervista nella trasmissione tv «Quarto Grado». Ma intanto c’è un braccio di ferro tra accusa e difesa nella nuova indagine che potrebbe riscrivere la storia del delitto di Garlasco.

 

 

A poche ore dalla richiesta di un maxi incidente probatorio, non solo sul Dna ma anche su reperti della scena del crimine mai analizzati, arriva l’opposizione della difesa di Andrea Sempio, il 37enne indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Leopardi, dove il corpo era stato ritrovato nel sangue dall’allora fidanzato Alberto Stasi, già condannato per il delitto. Gli avvocati Massimo Lovati e Angela Taccia, i difensori di Sempio il cui Dna è stato rilevato sotto le unghie della vittima, hanno già depositato al gip di Pavia le proprie «deduzioni» con cui si oppongono alla richiesta di maxi incidente probatorio con analisi genetiche ad ampio raggio, presentata giovedì dalla Procura. I legali contestano l’istanza dei pm anche perché ritengono che le analisi richieste siano tutte effettuabili con la forma dell’accertamento ripetibile, dunque non ravvisano la necessità di un incidente probatorio. Inoltre per la difesa la richiesta dei pm sarebbe troppo vaga e generica e non terrebbe in considerazione il fatto di possibili comparazioni anche con altri Dna, oltre a quello di Sempio.

 

 

Una circostanza per nulla condivisa dai pm, che invece procedono con un approccio nuovo all’indagine, con l’obiettivo di individuare eventuali complici. Per questo stanno chiedendo ai testimoni sentiti in questi giorni di fornire un tampone salivare su base volontaria e sono pronti ad approfondite analisi sia sui campioni che in passato non hanno dato esito sia su nuovi reperti mai analizzati. L’obiettivo, insomma, non è la sola comparazione con il profilo di Sempio, ma la rilevazione di nuove tracce finora mai estratte. Tra i reperti che la Procura ha inserito nella lista per l’incidente probatorio, ci sono i braccialetti, la collanina e l’orologio di Chiara, oltre ai para-adesivi delle impronte rinvenute sulla scena del crimine e sugli oggetti analizzati dal Ris di Parma, sui quali potrebbe essersi depositato Dna rilevabile con le nuove tecnologie. Infine, una serie di tamponi di Chiara, conservati all’Università di Pavia, tra cui una parte del tessuto muscolare e i tamponi rettale, vaginale e orale.

 

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