
Garlasco, "quel Dna è di Sempio": la Procura non ha dubbi, che succede adesso

Il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi è di Andrea Sempio. Almeno sulla carta. La conferma ufficiale è arrivata dal procuratore capo di Pavia, Fabio Napoleone, che ha comunicato gli esiti delle analisi scientifiche effettuate sul tampone salivare prelevato coattivamente a Sempio la settimana scorsa, e ha condiviso le conclusioni della difesa di Alberto Stasi, l’unico condannato per l’omicidio di Chiara, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Leopardi. La Procura ha infatti «conferito incarico a un proprio consulente tecnico, che ha confermato le conclusioni della consulenza della difesa della persona condannata».

Garlasco, le celle telefoniche e il racconto di Sempio: cosa sostiene la consulenza difensiva
A quel punto l’aggiunto Stefano Civardi e la pm Valentina De Stefano hanno chiesto al gip di procedere con un incidente probatorio, l’accertamento tecnico al quale potranno partecipare anche i consulenti nominati dalla difesa di Sempio e quelli della famiglia Poggi, che cristallizzerà i risultati soprattutto su quei reperti che potrebbero essere distrutti nelle analisi. Nella prima nota vergata dal procuratore non c’è solo la questione della compatibilità del profilo genetico del 37enne indagato ora per omicidio in concorso con altre persone. Il magistrato, che ha riaperto il caso di Garlasco, lascia intendere che stavolta l’inchiesta andrà fino in fondo, con indagini a 360 gradi volte ad accertare specifiche responsabilità e a scovare eventuali complici. Non per nulla, mercoledì, è stato convocato il super testimone scovato dalle Iene, che è rimasto in silenzio per paura «di finire nei guai» e ora ha deciso di raccontare agli inquirenti il segreto che ha custodito per 18 anni. E non è un caso che la Procura, oltre all’incidente probatorio per la compatibilità del Dna di Sempio con il cromosoma Y trovato sulle unghie della vittima, ha chiesto che l’accertamento venga ampliato ai campioni biologici e ai reperti che nei «pregressi procedimenti penali sull’omicidio di Chiara Poggi o non sono mai stati sottoposti ad analisi genetica o hanno fornito un esito dubbio o inconclusivo», si legge, «potendo tuttavia ora essere utilmente sottoposti a indagine genetica alla luce dell’incremento della sensibilità analitica raggiunta dai più recenti kit commerciali di caratterizzazione del profilo del Dna e della più evoluta strumentazione di laboratorio, non essendo poi, evidentemente, mai stati comparati con il Dna dell’attuale indagato».

Garlasco, chiesto incidente probatorio su Dna di Sempio e reperti mai analizzati
Secondo gli inquirenti, sarebbe possibile ricercare nuovo materiale genetico sui para-adesivi delle impronte rinvenute sulla scena del crimine e sugli oggetti analizzati presso i laboratori del Ris di Parma, oltre che su quegli elementi non oggetto della distruzione dei corpi di reato, disposta dalla Corte d’assise d’appello di Milano dopo la sentenza passata in giudicato. Il procuratore ha inoltre spiegato i passaggi che hanno portato alla conferma che il Dna sotto le unghie di Chiara è di Sempio, a cominciare dal «deposito da parte della difesa di Alberto Stasi, di una consulenza tecnica del dottor Ugo Ricci, specialista in Genetica medica, e dell’«expert opinion» dell’ulteriore consulente dottor Lutz Roewer, esperto a livello internazionale degli aplotipi del cromosoma Y, relative alla utilizzabilità del profilo genetico estratto dal materiale biologico rinvenuto sotto le unghie della vittima e alla sua compatibilità con il profilo genetico riconducibile all’odierno indagato».
Col test del 13 marzo scorso, la Procura ha acquisito il «materiale biologico dell’indagato Sempio ai fini della determinazione del profilo del Dna», sottolinea Napoleone. E ora quel profilo genetico, se il gip accoglierà la richiesta, sarà comparato con qualsiasi elemento della scena del crimine. Una possibilità che non è piaciuta ai legali del 37enne, gli avvocati Massimo Lovati e Angela Taccia, i quali stanno «valutando la possibilità di opporsi» davanti al gip all’istanza della Procura su quello che, a questo punto, diventa un maxi incidente probatorio. «Non so a quali campioni biologici e reperti si riferisca la Procura. Nella richiesta di incidente probatorio non vengono indicati. Ci riserviamo di impugnare il provvedimento, se sarà possibile», ha detto Lovati. La stessa possibilità di opporsi ce l’hanno anche i legali della famiglia Poggi, che ieri si sono costituiti parte offesa.
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