
Garlasco, i nuovi sospetti della Procura: il paese nasconde un segreto

Il Dna, le impronte, gli alibi, i testimoni inattendibili e le altre persone. L’inchiesta sul delitto di Garlasco apre a una serie di nuove piste che, diciotto anni fa, furono liquidate senza approfondimenti. E mette sotto la lente tutti i protagonisti della vicenda, con un approccio nuovo volto a trovare risposte in grado di superare i macroscopici errori nelle indagini e dare una risposta anche ai misteri irrisolti che potrebbero essere collegati con un filo rosso all’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. La chiave di volta di un’inchiesta che stavolta si dirama a 360 gradi, a differenza di quegli accertamenti che all’epoca furono instradati verso il condannato Alberto Stasi, si «nasconde» nella contestazione con cui la procura di Pavia ha iscritto nel registro degli indagato Andrea Sempio, l’amico del fratello di Chiara il cui Dna sarebbe compatibile con il cromosoma Y trovato sul margine ungueale della vittima.
Sempio, infatti, risponde di concorso in omicidio con altre persone e con Alberto Stasi. E se Stasi è ormai in carcere dopo la condanna a 16 anni, nonostante su Chiara non ci sia traccia del fidanzato, ora l’obiettivo degli inquirenti è individuare gli altri presunti responsabili sulla scena del crimine e ricostruire i diversi ruoli nelle fasi del delitto. Dal momento del massacro, avvenuto tra le 9.12 e le 9.45 dopo che Chiara aprì la porta al suo carnefice, allo spostamento del cadavere per le scale, fino alla sparizione dell’arma del delitto, un misterioso «corpo contundente metallico» mai ritrovato, con il quale la 26enne venne colpita alla testa con così tanta rabbia da sfondarle il cranio, per poi essere massacrata a coltellate.

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Il super testimone scovato dalla Iene, che ha mantenuto il segreto per quasi due decenni, sarebbe un tassello importante nell’inchiesta, caratterizzata da un muro di omertà alla luce del quale gli investigatori stanno setacciando i verbali e le testimonianze ritrattate, per confrontarle con le nuove informazioni. Inoltre sono stati tirati fuori dai cassetti i fascicoli di alcuni strani suicidi che si sono verificati nella cittadina in quegli anni, da quelli di alcuni giovanissimi legati a un Santuario finito sotto i riflettori per ricatti a sfondo sessuale alla controversa fine dell’anziano Giovanni Ferri, trovato con la gola e i polsi tagliati in un’intercapedine di 50 centimetri. Approfondimenti che corrono paralleli alle analisi scientifiche per la comparazione del Dna di Sempio, che la scorsa settimana è stato sottoposto al prelievo coattivo del tampone salivare.
L’indagato è «più tranquillo. Passato un po’ il clamore mediatico, ha inquadrato la sua situazione e oggi la affronta con un animo diverso e più sereno, quello di chi non ha nulla da nascondere», ha detto il suo avvocato Massimo Lovati. «La sensazione è che si vada per le lunghe, almeno 7-8 mesi», prima della conclusione delle indagini, ha spiegato il legale. I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, comandati dal colonnello Antonio Coppola, stanno sentendo anche alcuni amici di Sempio, tra cui Marco, il fratello di Chiara. «Sa che nessuno di loro dubita di lui», ha fatto sapere Lovati.

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Sulle nuove indagini e le ultime novità nell’inchiesta, Lovati ha aggiunto che «noi prendiamo le cose come vengono e se poi ci saranno sviluppi su altre questioni che non sono mai state esaminate, come il supertestimone, ben venga! Spero anche io che finalmente si trovi chi effettivamente ha ucciso Chiara». Più netta la reazione dell’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, che ieri ha criticato la procura di Pavia per non aver ancora trasmesso al legale un atto «abilitativo» per poter depositare la nomina come persone offese dei familiari di Chiara.
Tizzoni ha inoltre fatto presente che, in modo quantomeno «irrituale», la riapertura dell’inchiesta è avvenuta non su input della persona offesa, ma su «impulso», come si legge anche nella sentenza di Cassazione con il via libera alle nuove indagini, della difesa di un «condannato in via definitiva».
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