
Quarto Grado, "perché il colpevole è Alberto Stasi". La famiglia di Chiara e la pista Sempio

Il Dna, l'alibi, lo scontrino del parcheggio, le intercettazioni rilevate da Il Tempo. L’Italia si interroga su Andra Sempio, indagato per omicidio in concorso nelle nuove indagini sul delitto di Chiara Poggi che hanno di fatto riaperto il caso Garlasco per il quale in carcere, con una condanna definitiva, c'è Alberto Stasi, allora fidanzato della vittima. Ma la famiglia di Chiara non ha intenzione di mettere in dubbio la verità giudiziaria arrivata dopo anni tortuosi e colpi di scena. Nel corso della puntata di venerdì 14 marzo di Quarto Grado, su Rete 4, il conduttore Gianluigi Nuzzi ripercorre i "dieci punti di colpevolezza" di Alberto Stasi insieme a Paolo Reale, cugino di Chiara Poggi ma anche consulente della famiglia in alcune fasi processuali.

"Abbiamo cannato sullo scontrino”. L'intercettazione di Sempio anticipata da Il Tempo è virale
"Non si sente mai parlare dei punti che invece devono per forza essere oggetto di analisi, ovvero i motivi per cui è stato condannato Stasi e che si basano su quello che è stato trovato sulla scena del crimine", dice Reale. "Ne cito qualcuno: la bicicletta nera, la scarpa numero 42, l'impronta sul portasapone del bagno... Il punto rimane che qualunque altra ipotesi si voglia fare è lì che deve arrivare", afferma il parente della vittima. Insomma, per Reale gli inquirenti non solo dovranno collegare Sempio al crimine, ma anche dare una diversa lettura agli elementi che hanno portato alla condanna di Stasi.

“Sdegno e incredulità”. Ira di Nuzzi su Garlasco: gli errori madornali dell'inchiesta
Nuzzi elenca i punti chiave che alla fine, seppur con due assoluzioni, hanno convinto i giudici: la bici nera davanti alla villetta di Garlasco, il sangue sui pedali, i pedali scambiati tra la bici bordeaux degli Stasi e la bici nera, l'assenza di tracce nell casa quando Stati avrebbe provato a soccorrere Chiara, i tappetini della Golf di Alberto completamente puliti con la quale si reca dai carabinieri, le scarpe Lacoste consegnate pulite, le impronte sul portasapone in bagno e ancora il fatto che Stasi dice agli inquirenti che "Chiara aveva il viso completamente bianco mentre le fotografie della scena del crimine, purtroppo, la indicano con il viso completamente insanguinato", afferma Nuzzi, E ancora l'impronta di una scarpa 42 non compatibile con Sempio, il buco di 23 minuti nell'alibi... Insomma, siamo all'inizio di una vicenda giudiziaria che si presume lunga e complessa.
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