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Strage di Ustica, la Procura chiede l'archiviazione. I familiari delle vittime: "Sdegno e nausea"

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Sembra indirizzata su un binario morto l'ultima inchiesta sulla strage di Ustica del 27 giugno 1980 quando il Dc-9 Itavia, partito da Bologna per Palermo, venne abbattuto causando 81 morti. La procura di Roma ha chiesto l’archiviazione contro ignoti, escludendo che ad abbattere l'aereo sia stata una bomba nascosta a bordo. Nel provvedimento i magistrati inquirenti escludono anche la pista dell’attentato terroristico.

La richiesta della Procura è stata accolta con dolore dai familiari delle vittime. "In questi anni siamo passati dall’amarezza allo sdegno, allo sconforto, alla nausea. Ma l’unico sentimento che in me, finché sono vivo, non avrà mai spazio è la rassegnazione. Lo devo a mia sorella e a mia nipote, lo devo ai miei genitori morti senza conoscere la verità, afferma Anthony De Lisi, fratello di Elvira e zio di Alessandra, due delle 81 vittime della strage di Ustica.

Il Dc-9 Itavia il 27 giugno del 1980, mentre era in volo da Bologna a Palermo, scomparve dai radar e precipitò nel mare, tra le isole di Ponza e Ustica, portando con sé le vite di 77 passeggeri, tra cui 11 bambini, e quattro membri dell’equipaggio. Tamte le piste interne e internazionali seguite negli anni e nei fascicoli che i sono accumulati nelle procure, senza che una parola fine venisse scritta su  uno dei più dolorosi  misteri d'Italia.

 

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