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Carminati, la Cassazione annulla l'affidamento ai servizi sociali. Lui si costituisce a Rebibbia

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Massimo Carminati, figura centrale dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”, si è costituito presso il carcere di Rebibbia dopo che la Corte di Cassazione ha respinto la sua richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali. L’ex esponente dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari), gruppo terroristico neofascista attivo negli anni Settanta, dovrà scontare il residuo della sua pena, inferiore ai quattro anni, in carcere.

La decisione della Cassazione, che ha dichiarato “inammissibile” la richiesta avanzata dalla difesa di Carminati, conferma il rigetto già espresso dai giudici di merito. La vicenda giudiziaria dell'ex “re di Roma” ha attraversato un decennio di processi e ribaltamenti, con la condanna definitiva arrivata nel 2017 per il suo ruolo all’interno del sistema corruttivo emerso dall’inchiesta della Procura di Roma, guidata all’epoca da Giuseppe Pignatone. L’inchiesta “Mondo di Mezzo”, ribattezzata dai media come “Mafia Capitale”, aveva portato alla luce un vasto sistema di corruzione tra politica, imprenditoria e criminalità, scatenando un terremoto istituzionale e mediatico. Tuttavia, nel 2019, la Corte di Cassazione ha annullato l’aggravante mafiosa inizialmente contestata agli imputati, ridimensionando l’impianto accusatorio e modificando il quadro delle condanne.

Carminati, condannato a tre anni e due mesi, aveva cercato di ottenere una misura alternativa alla detenzione, ma la Cassazione ha ritenuto che non vi fossero le condizioni per concedergli tale beneficio. Ora l’ex estremista è pronto a presentarsi spontaneamente al carcere di Roma per scontare la parte rimanente della sua pena. Ora la difesa di Carminati presenterà ricorso in Cassazione.

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