Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Foibe, Basovizza imbrattata a 48 ore dal Giorno del Ricordo. Rossi di vergogna

Benedetto Antonelli
  • a
  • a
  • a

Vandalizzata la foiba di Basovizza, a due giorni dal Giorno del Ricordo, quando vengono commemorate le vittime dei massacri titini e dell’esodo giuliano dalmata. Un oltraggio ai morti e alle loro famiglie, le scritte in lingua slava con vernice rossa recitavano: «Trst je nas» («Trieste è nostra») e «Smrt faÜizmu sloboda narodom» («Morte al fascismo, libertà al popolo»). Mentre la Digos indaga, le scritte sono già state cancellate. A ripulirle anche il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza. La condanna, però, come al solito non è bipartisan. Ieri, a tarda sera, Elly Schlein non aveva ancora pronunciato mezza parola. Silenzio assordante anche da Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni. Solo Matteo Renzi, e Carlo Calenda (con una nota di Azione), si sono distinti tra i leader delle opposizioni. Come se la sinistra provi ancora vergogna a pronunciare quella parola: foibe. Come se condannare chi oltraggia la memoria di quelle vittime sia uno sforzo troppo grande da compiere.

 

 

Netto, invece, il commento della premier, Giorgia Meloni: «La Foiba di Basovizza è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera. Oltraggiare Basovizza, per di più con scritte ripugnanti che richiamano a pagine drammatiche della nostra storia, non vuol dire solo calpestare la memoria dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare la Nazione intera». E aggiunge: «Ciò che è accaduto è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito». Unanime la condanna che arriva dal centrodestra. Duro il presidente del Senato, Ignazio La Russa, secondo cui «il vile sfregio alla foiba di Basovizza è un atto inaccettabile, un’offesa alla memoria e al dolore di un’intera comunità alla quale rivolgiamo un forte abbraccio». «Vandalizzare in questo modo un luogo simbolo della tragedia delle Foibe e farlo a ridosso del Giorno del Ricordo - aggiunge non è solo una vergognosa provocazione ma un gesto di inaudita gravità che non può e non deve restare impunito». Per il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, «lo sfregio compiuto a Basovizza è un atto grave e intollerabile che offende profondamente la memoria storica del nostro Paese e, ancor più, le vittime delle foibe. Proprio nell’imminenza del Giorno del Ricordo, questo gesto è un oltraggio alla sofferenza di chi ha vissuto quel dramma. La memoria e il rispetto devono essere pilastri irrinunciabili del nostro vivere civile».

 

 

Non le manda a dire, ancora, il vicepremier azzurro e ministro degli Esteri, Antonio Tajani: «Oltraggiare la memoria dei caduti delle Foibe significa continuare a perseguitare chi è stato brutalmente ucciso, solo perché era italiano. Condanna per questo gesto così vile che punta solo a minare il dialogo fra popoli che vogliono guardare verso un futuro di pace». Sdegno anche dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, il quale parla di «episodio grave, vergognoso e inaccettabile». Esprime, inoltre, «forte indignazione e ferma condanna per questo ignobile gesto, che rappresenta un oltraggio non solo alle vittime delle Foibe, ma anche ai valori di rispetto, memoria e unità che il Giorno del Ricordo intende preservare», il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi. Di «attacco alla verità» e di «un tentativo di riscrivere la storia con l’odio» parla il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. E Alessandro Giuli, ministro della Cultura, che proprio ieri si è recato al sacrario di Basovizza, sostiene che «nessuno potrà mai vandalizzare la verità storica». Il presidente leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dal canto suo, ammonisce: «Ogni anno, con l’avvicinarsi del 10 febbraio, si ripresentano rigurgiti negazionisti che dobbiamo condannare con forza. Le istituzioni devono alzare una barriera di dignità, ricordando quella verità storica sui drammi, per troppi anni dimenticati, che i popoli di queste terre hanno vissuto».

 

Dai blog