
Foibe, scritte della vergogna a Basovizza. Odio rosso sul Giorno del Ricordo

Un vile atto di vandalismo, la scorsa notte, ha colpito la foiba di Basovizza. Proprio nei giorni che precedono il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, sono comparse scritte offensive in lingua slava, tracciate con vernice rossa. Un gesto, questo, vergognoso e inaccettabile, che offende il ricordo delle vittime e ricorda come sia ancora difficile il raggiungimento di una memoria condivisa in merito a una pagina sanguinosa e buia della storia. “Non denunciavo a caso che si stesse avvelenando il clima verso - e soprattutto contro - il
Giorno del Ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata. Dopo giorni di dichiarazioni negazioniste, dileggi gratuiti e lapidi divelte, ora si è colpita la foiba di Basovizza, monumento nazionale, insozzata e violentata di scritte oscene e ributtanti tra le quali spicca il motto slavo “Trst je naš”, cioè 'Trieste è nostra', quello che usavano i titini 80 anni fa, quando occuparono la città e la proclamarono annessa alla Jugoslavia seminando morte e terrore", ha dichiarato il senatore Roberto Menia, triestino, vicepresidente della commissione Esteri e Difesa.

Lo sfregio alla vittima di Acca Larenzia. "Abbia una tomba": l'appello della zia
Basovizza "non è solo un monumento di pietre e ferro, è una grande tomba, 500 metri cubi di cadaveri, di fronte a cui ci può essere solo pianto, silenzio e rispetto", ha continuato Menia. "Il rispetto dei morti segna il corso di una civiltà, la nostra tradizione, italiana e cristiana, ci ha insegnato la Pietas: chi non la ricobosce è un barbaro sprofondato nell’abisso della vergogna e dell’odio. Singolare che ciò avvenga nello stesso mattino in cui si celebrano Gorizia-Nova Gorica capitale europea della cultura alla presenza dei presidenti della Repubblica italiano e sloveno. Come Trieste anche Gorizia fu sottoposta all’orda sanguinaria titina nel maggio-giugno 1945: chissà se, di fronte al monte Sabotino che domina le città e su cui oggi, non 80 anni fa, è ancora scritto a caratteri cubitali TITO, si troverà lo spazio per condannare l’ incultura, l’inciviltà e la ripugnanza dell’atto di Basovizza”, ha aggiunto il vicepresidente della commissione Esteri e Difesa.

La sinistra che infoiba il Ricordo
"Lo sfregio compiuto a Basovizza è un atto grave e intollerabile che offende profondamente la memoria storica del nostro Paese e, ancor più, le vittime delle foibe. Proprio nell'imminenza del Giorno del Ricordo, questo gesto è un oltraggio alla sofferenza di chi ha vissuto quel dramma. Esprimo la mia ferma condanna per le ignobili scritte e rivolgo un pensiero di profonda vicinanza a tutti coloro che portano ancora oggi il peso di quella tragedia, agli esuli e ai loro familiari. La memoria e il rispetto devono essere pilastri irrinunciabili del nostro vivere civile", ha invece commentato il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. Parole di sdegno sono state scritte anche dal presidente del Senato, Ignazio La Russa: "Il vile sfregio alla Foiba di Basovizza è un atto inaccettabile, un’offesa alla memoria e al dolore di un’intera comunità alla quale rivolgiamo un forte abbraccio. Vandalizzare in questo modo un luogo simbolo della tragedia delle Foibe e farlo a ridosso del Giorno del Ricordo non è solo una vergognosa provocazione ma un gesto di inaudita gravità che non può e non deve restare impunito. La mia solidarietà, forte e sincera va alle famiglie delle vittime e a coloro che, giorno dopo giorno, continuano a difendere la verità storica di questa immane tragedia dall’odio, l’ignoranza e il negazionismo".
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