Bressanone, ragazzo pestato al grido di "sporco italiano". Biancofiore: fatto di una gravità assoluta
"Sporco italia" gli gridavano mentre lo picchiavano. È successo sabato notte al termine di un Maturaball, un ballo studentesco, al Forum di Bressanone. Un ragazzo brissinese, studente lavoratore di 18 anni, è stato aggredito a calci e pugni da un gruppo di giovani che - secondo il racconto del ragazzo - lo avrebbe chiamato in tedesco “sporco italiano”. Il giovane colpito ripetutamente al volto è ricoverato con prognosi di almeno 30 giorni. “Scioccata dalla notizia del diciottenne picchiato durante quella che doveva essere una festa studentesca e si è trasformata, purtroppo per lui, in un’aggressione del branco in piena regola, con tanto di immagini immortalate da un telefonino e fatte girare sui social. E cosa ancor più grave, senza intervenire, come spesso accade, per sedare la rissa e salvare la vittima", dichiara la senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, NM, UDC, MAIE.
"Allucinante che ancora oggi, nel mio amato Alto Adige cuore dell’ Europa, considerato anche il superamento a livello politico delle antiche contrapposizioni, il giovane malmenato sia stato definito un ‘bastardo italiano’ dagli autori del pestaggio. Tanto più visto che il ragazzo è viceversa di madre lingua tedesca seppur con cognome italiano. Una vicenda di una gravità assoluta e che dimostra come in Alto Adige si debba ancora lavorare, specie con un dialogo interistituzionale , per realizzare ancora una vera convivenza specie innanzi all’insediamento di altre culture - si legge nella nota di Biancofiore - La scuola e le famiglie in questo hanno un ruolo fondamentale. Un problema culturale figlio di un retaggio che deve essere superato, condannato da tutta la politica italia e tedesca, e severamente punito, e che assume contorni ancor più preoccupanti a pochi giorni dalla prima giornata del Rispetto, istituita dal governo Meloni e che si terrà il 20 gennaio prossimo, giorno della nascita del giovane Willy barbaramente picchiato e ucciso durante una rissa. Una parola che ha usato anche il Presidente della Repubblica Mattarella nel suo discorso di fine anno, il cui senso non è stato evidentemente ancora compreso. Una battaglia che la politica deve combattere strenuamente e che può essere vinta solo con la deposizione delle armi della propaganda e del revanscismo storico nel nostro caso, che si supera solo con la promozione di un’integrazione fra i gruppi linguistici pur nel rispetto delle diversità e delle tradizioni familiari di ciascuno”.