ispezione del ministero

Cgil, contributi per pratiche mai fatte: le ombre sulla gestione dei patronati a New York

Gaetano Mineo

Non solo ricevute di pagamento per servizi che dovrebbero essere gratuiti, ma questa sera su Rai3, si accenderanno i riflettori della trasmissione «Lo stato delle cose» anche sui verbali degli ispettori del ministero del Lavoro relativi ai controlli effettuati presso la sede del patronato Inca Cgil di New York. Altre carte che spuntano ancor di più l’arma legale del segretario della Cgil, Maurizio Landini brandita contro l’inossidabile Massimo Giletti, accusandolo di aver diffuso un fiume di menzogne. La trasmissione aveva sollevato il coperchio del vaso di Pandora, rivelando un panorama di irregolarità che farebbero vacillare persino i più fedeli sostenitori del sindacato: pratiche duplicate, in gergo «doppia statisticazione»; richieste di denaro per servizi che dovrebbero essere gratuiti; firme e pensioni fasulle; donazioni con tariffari precisi come in un mercato nero dell’assistenza. Scenario che ha fatto scattare le minacce di Landini: «Ho dato mandato ai nostri legali di agire perché hanno raccontato una quantità di bugie infinite», ha tuonato il sostenitore della «rivolta sociale» con l’audacia di un crociato della verità, tentando di spazzar via ogni ombra che potesse macchiare l’immacolata reputazione del suo sindacato. Ma Giletti, con l’instancabile spirito di un detective d’altri tempi, non ha ceduto di fronte a queste intimidazioni e stasera rivelerà in esclusiva il verbale degli ispettori del ministero del Lavoro redatto presso la sede dell’Inca Cgil di Astoria, nel Queens, anticipando tellurici dettagli che potrebbero scuotere le fondamenta del sindacato.

 

 

L’ispezione è relativa al 25 ottobre 2023 e rivela numeri da capogiro: nel 2020, su 770 punti dichiarati, solo 4 sono stati convalidati, con una decurtazione che sfiora il 100%. Nel 2021, la situazione non migliora: su 263 punti dichiarati, solo mezzo punto è valido. Il silenzio del responsabile della sede newyorkese e le giustificazioni della coordinatrice sulle difficoltà operative riportate sui verbali, non bastano a coprire questo mare di ombre. Landini, con veemenza, ha attaccato Giletti e il giornalista autore dell’inchiesta, Alessio Lasta, accusandoli di raccontare «un mucchio di balle». Ricordiamo che i patronati sono finanziati con soldi pubblici, derivanti dallo 0,199% dei contributi Inps degli italiani. Ogni pratica ha un punteggio, e più punti, più denaro. Ma se queste pratiche sono il frutto di manipolazioni, siamo di fronte a un vero e proprio saccheggio delle casse pubbliche? Già nel 2016, il «Comitato parlamentare per le questioni degli italiani all’estero» aveva denunciato le irregolarità dei patronati all'estero, evidenziando una serie di pratiche scorrette, dalla mancanza di mandati corretti alla registrazione anacronistica delle attività, fino alla doppia statisticazione, un espediente per gonfiare artificiosamente i numeri e arraffare più fondi pubblici. Un fatto è certo: le accuse di irregolarità non possono essere semplicemente respinte con minacce di querele ma richiedono un’analisi seria e una risposta chiara.