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Di Gioia attaccato da uno squalo tigre di 2,5 metri. Dentro o fuori la barriera? Cosa dicono le indagini

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La Procura di Qusayr in Egitto ha avviato un’indagine sulla morte di Gianluca Di Gioia, turista originario di Roma, e sul ferimento di un altro italiano, Peppino Fappani, nella regione di Marsa Alam sul Mar Rosso in seguito all'attacco di uno squalo. Secondo i media egiziani, le indagini preliminari hanno rivelato che l’incidente è avvenuto in acque profonde fuori dalla zona balneare a nord di Marsa Alam. Le indagini hanno inoltre confermato che lo squalo che ha attaccato i turisti era uno squalo tigre, lungo 2,5 metri, ed è una delle specie che il Ministero dell’Ambiente egiziano ha messo sotto sorveglianza e monitoraggio satellitare lo scorso anno a seguito di un incidente simile. 

I media del Paese africano ribadiscono anche che i due turisti sono entrati in acque profonde, in una zona in cui non è consentito nuotare. Versione coerente con quella diffusa fin dal primo momento dalle autorità locali. Da parte sua, Yasmine Fouad, ministra egiziana dell’Ambiente, ha confermato che la zona dell’incidente è stata chiusa e che è stato vietato nuotare nella zona dei ponteggi per due giorni a partire da oggi, annunciando la formazione di un comitato urgente, in coordinamento con il Governatorato del Mar Rosso e le autorità interessate, per scoprire le cause dell’incidente.

 

Secondo i suoi familiari, l'uomo rimasto ferito - odontotecnico originario del Cremonese - probabilmente era in acque balneabili quando si è tuffato per soccorrere Di Gioia, che probabilmente pensava fosse vittima di un malore in acqua e non morso da uno squalo. Ma non sa se nuotando ha superato le barriere. "Si è avvicinato per prestare soccorso all’altro ragazzo ed è stato trascinato sott’acqua dallo squalo. Mio padre sta meglio ma è ancora ricoverato. Hanno eseguito la sutura di tutte le ferite riportate, fortunatamente non profonde, e dovrebbe essere dimesso oggi pomeriggio", ha detto a Non Stop News su Rtl 102.5 la figlia di Fappani. La donna ha aggiunto: "Sicuramente le autorità egiziane sono più esperte di noi, mio padre va in Mar Rosso da molti anni e da quello che ho capito si trovava nella zona di balneazione. Quanto si sia spinto per salvare Di Gioia, non glielo so dire e sicuramente staranno facendo gli accertamenti in Egitto. Non sappiamo dove fosse Di Gioia, se in una zona balneabile o no, ovviamente in mare è riuscito poco a rendersi conto di quanto si stava allontanando dalla barriera. Probabilmente se mio padre se ne fosse fregato, non si sarebbe ferito, sicuramente mio padre non si è buttato dal pontile per distrarre lo squalo, in quanto non lo aveva proprio visto". Intanto l'aeroporto di Marsa Alam riceverà oggi 11 voli internazionali, che porteranno 7 mila turisti nella località del Mar Rosso. La maggior parte sono europei.

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