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Il ministro Valditara: "Ritiro la denuncia a Lagioia. E ora si parte con i concorsi, la scuola si rimette in moto"

Christian Campigli

«Basta offese e violenze verbali, fermiamo l'imbarbarimento del dibattito politico. Impariamo tutti ad avere sempre rispetto verso l'altro, anche quando ha idee diverse dalle nostre. Iniziamo noi a dare un esempio ai nostri giovani: sì alla critica, no alla denigrazione». Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, pone fine così, con una proposta concreta, alla polemica con Nicola Lagioia.

Ministro, ha letto la risposta alla sua lettera, pubblicata domenica sul nostro quotidiano?
«Sì, l'ho letta e devo dire che ho deciso di accogliere le scuse di Lagioia. Mi ha fatto piacere il suo messaggio. Anche perché riconosce implicitamente che l'offesa personale, l'insulto, la denigrazione devono essere banditi dalla polemica politica. Questa è una battaglia che sto conducendo da mesi e nella quale credo profondamente: va benissimo dividersi sulle idee, sulle proposte, avanzare critiche dure, ma c'è una precisa linea che non può mai essere oltrepassata. Ed è la linea del rispetto per la persona. Confrontiamoci sui problemi reali, senza mai denigrare l'avversario. È una battaglia che deve partire dalle scuole, per renderla credibile dobbiamo anche noi dare l'esempio».

Ritirerà la denuncia?
«Sì, a questo punto ho deciso di ritirare l'atto di citazione. Intendevo affermare un principio, non perseguire la condanna di Lagioia. Voglio sottolineare come questa querelle sia stata importante, perché ha consentito di porre l'attenzione su un problema reale, che inizia proprio dalla modalità con la quale ci si relaziona con gli altri, mi auguro possa servire a lanciare un messaggio forte».

È stato accusato anche da Lagioia di aver usato una forma scorretta da un punto di vista grammaticale, nel tweet di marzo. Come risponde a certe critiche?
«Si è sviluppata una polemica francamente strumentale intorno alla forma di quel tweet. Voglio ricordare come i maggiori esperti di linguistica lo abbiano giudicato assolutamente corretto da un punto di vista grammaticale. Probabilmente era un po' complesso per lo stile dei social, ma senz'altro corretto a livello grammaticale. Lagioia dice che non lo condivide anche nella sostanza laddove parlerei di criteri per la concessione della cittadinanza: in verità in quel tweet non si faceva cenno alla concessione della cittadinanza. Forse lo ha letto un po' rapidamente. In ogni caso ognuno giudichi come crede».

C'è un professore che la accusa di aver redatto linee guida sull'educazione civica in contrasto con la nostra Carta. Ma lei non è anche autore di alcuni saggi proprio sulla Costituzione?
«Le polemiche sulla mia conoscenza della Costituzione mi fanno sorridere: sì, ho scritto dei libri sull'argomento e ho anche curato l'edizione on line dei lavori della Costituente pubblicata da Giappichelli. Amo citare Giorgio La Pira, che era solito ricordare come la nostra Costituzione metta lo Stato al servizio della persona. E non, come nei regimi totalitari, la persona al servizio dello Stato. Un passaggio che alla fine ha accettato anche Palmiro Togliatti. Quanto alla proprietà privata è garantita e tutelata dall'articolo 42 della Costituzione e addirittura collegata al principio fondamentale di libertà individuale dall'articolo 17 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Infine la difesa della patria, come identità fisica e non solo culturale, è un dovere del cittadino sancito dall'articolo 52 della nostra carta costituzionale».

Concorso scuola Pnrr: c'era grande attesa per questo provvedimento. È soddisfatto?
«Sono molto soddisfatto, perché si riapre la grande stagione dei concorsi. Dal 2014 non si facevano concorsi per dirigenti tecnici (ispettori), risale al 2017 l'ultimo concorso per preside, da 20 anni non si facevano concorsi per docenti di religione cattolica. Le voglio citare due cifre importanti: il primo concorso Pnrr ha portato a 44654 assunzioni di docenti, con il secondo puntiamo a farne 19032. Grazie alla legge di bilancio andiamo ad assumere 101 funzionari per potenziare gli uffici scolastici regionali, abbiamo ottenuto anche 2000 posti aggiuntivi per docenti di sostegno. La scuola si sta rimettendo in moto anche dal punto di vista del reclutamento».

Il comando provinciale dei carabinieri di Cremona ha avviato una serie di incontri con gli istituti scolastici per diffondere la cultura della legalità. È un'iniziativa che può essere estesa a livello nazionale?
«Abbiamo già stipulato alcune convenzioni con guardia di finanza, carabinieri e polizia e puntiamo a estendere iniziative di questo tipo. La cultura della legalità è uno dei punti qualificanti delle nuove linee guida sull'educazione civica. Le aggiungo che un protocollo con la gdf ha già portato a risultati, visto che sono stati chiusi diversi diplomifici proprio grazie alla collaborazione fra ministero e fiamme gialle. Quindi non solo principi, ma anche azioni concrete».