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Santalucia lascia la guida dell'Anm, ultimo assalto al governo: "Cosa voglio evitare"

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"Quattro anni di impegno intensissimo e faticoso, seppure molto gratificante, sono sufficienti, e credo che nella difesa dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura occorra evitare ogni personalizzazione. Perciò è giusto che altri prendano le redini della rappresentanza". Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati in un’intervista al ’Corriere della Sera' annuncia che non si presenterà alle elezioni per il vertice dell’Anm, e torna a sferrare attacchi al governo. Le sentenze su Matteo Salvini e Matteo Renzi, assolti nei processi Open arms e Open, dicono "che i giudici valutano prove e fatti ed emettono un giudizio in linea con quanto emerso dai processi - ha spiegato - Ma un’assoluzione non significa che il processo non andava fatto; solo nei regimi illiberali, in cui i pubblici ministeri sono orientati dal potere e i giudici non si permettono di dissentire, i processi si concludono sempre con le condanne".

"Sono rimasto basito, e inviterei i rappresentanti degli avvocati, da tecnici del diritto, a rileggere ciò che scrivono prima di divulgare un fuor d’opera incommentabile, che si qualifica da sé - ha aggiunto - I processi si fanno per provare una responsabilità, se non ci si riesce arriva l’assoluzione, che non può essere una patologia. Gli avvocati dovrebbero essere i primi a saperlo e a dirlo". Sullo sciopero contro la separazione delle carriere Santalucia ha spiegato: "Quel progetto serve a introdurre forme di condizionamento della magistratura. Lo dimostrano le reazioni alle sentenze di questi giorni, da dove si evince che la terzietà del giudice c’è già, e funziona. Le polemiche giovano a perseguire il vero fine della riforma, che è il controllo soprattutto dei pm, per incidere sulla scelta di quali processi si debbano fare e quali no". 

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