Sciopero, lo sgomento di Fadlun: "Odio verso Israele prescinde dal contesto"
"Sgomento e sconcerto": sono queste le due parole che Victor Fadlun ha usato per condannare le motivazioni alla base dello sciopero generale indetto dall'Usb e confermato, dopo il braccio di ferro con il ministro Matteo Salvini, da una sentenza-lampo del giudice monocratico del Tar. L'agitazione, che sta causando già aspri disagi a lavoratrici e lavoratori, è stata giustificata infatti con "il crescente coinvolgimento dell’Italia nei teatri di guerra" e "il sostegno al genocida governo israeliano". "Purtroppo, siamo di fronte all’emergere di un sentimento di odio verso Israele che prescinde da qualsiasi ragionevole contesto, e che non può avere altra spiegazione se non l’urgenza di esprimere - anche fuori luogo - un antisemitismo che cova da sempre. Che non è mai stato debellato. Il nostro compito è non restare in silenzio e denunciarlo. Sempre e comunque", ha tuonato su Facebook il presidente della Comunità Ebraica di Roma.
Il Tar ordina lo sciopero e blocca l'Italia. Salvini: "Sarà il caos"
È arrivata presto anche la reazione di Noemi Di Segni, che ha fatto notare come un "momento di rivendicazione salariale e sindacale" sia stato trasformato "in uno spazio prettamente prestato alla strumentalizzazione politica e alla distorsione che semina odio". Il concetto, secondo il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), è questo: "Va di moda il binomio Israele-genocidio e attrae attenzione? Usiamolo anche come sindacati per qualsiasi pretesa. E non importa che in altre parti del Medioriente e del mondo si è visto l’orrore proprio in questi giorni. Continuiamo ad insistere non solo per stigmatizzare l’abuso divenuto abitudine dei diritti costituzionali e dei fondamentali strumenti di tutela dei diritti dei lavoratori, per di più attraverso un’azienda municipalizzata, ma anche sul diritto di Israele di difendersi e favorire negoziati in corso sostenendoli anziché frenarli con slogan e sentenze cieche di quanto realmente avviene e le minacce presenti anche nelle nostre democrazie europee". "Se da cittadini comprendiamo le ragioni di uno sciopero pur con tutti i disagi, da cittadini di questo paese ribadiamo che uno sciopero non è una piazza dalla quale si annunciano slogan di odio e distorsione", ha chiosato.