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Virus Congo, caso sospetto a Cosenza. Verifiche su una donna: "Sta bene"

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C'è un altro, possibile caso in Italia della misteriosa malattia apparsa in Congo nelle ultime settimane. L’Istituto superiore di sanità e il ministero alla Salute stanno svolgendo accertamenti sui campioni prelevati all’ospedale di Cosenza, che saranno analizzati nei prossimi giorni. Riguardano una donna che aveva lavorato a Kinshasa, in Congo ma lontana 700 chilometri dal focolaio del misterioso virus, e che nelle scorse settimane è stata ricoverata all’ospedale di Cosenza con sintomi compatibili con la malattia. Secondo quanto si apprende, la paziente sarebbe stata dimessa e sta bene. 

 

Intanto il caso di Lucca non sarebbe ricinducibile alla "malattia X". "Il paziente è stato dimesso guarito e non ha avuto più nessun problema clinico dopo la dimissione, né lui, né i suoi familiari conviventi, né i contatti che aveva avuto anche nelle settimane precedenti", ha spiegato ieri Spartaco Sani, responsabile dell’area Malattie infettive dell’Azienda USL Toscana nord ovest, riguardo al paziente proveniente dal Congo che è stato ricoverato dal 23 novembre al 3 dicembre scorsi al reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Lucca, con febbre e anemia. "Che si tratti di un primo caso della nuova malattia correlata a quella che si presume possa esserci in Congo, è altamente improbabile - dice Sani - anche perché il soggetto ha soggiornato in zone molto distanti dalla sede dove si sono verificati i focolai. Focolai di cui ancora non sappiamo granché, anzi direi non sappiamo niente di quello che lì sta accadendo. Cercherei quindi di stare tranquilli. A solo scopo cautelativo sono stati inviati dei campioni di sangue all’Istituto superiore di sanità che potrà fare tutti gli eventuali accertamenti, anche in un secondo momento, qualora si venisse a conoscenza del reale agente eziologico di questa problematica che è presente in Congo". 

In un primo momento era emerso che i campioni erano stati inizialmente inviati allo Spallanzani di Roma, ma in merito a tali notizie l'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive "Lazzaro Spallanzani" IRCCS precisa di non essere coinvolto nella gestione dei campioni biologici.

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