Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

De Raho, il super accusatore conferma: "Era a conoscenza dei dossieraggi di Striano"

Rita Cavallaro
  • a
  • a
  • a

Dal verminaio alla resa dei conti nell’Antimafia. La nuova audizione a Palazzo San Macuto sull’inchiesta dossieraggio ha messo alle strette Federico Cafiero De Raho, il pentastellato che guidava la Superprocura ai tempi degli spioni e che vice presiede la Commissione intenta a indagare su Striano & Co. Sono mesi che l’ex procuratore grillino è nel mirino per il presunto conflitto di interessi nell’attività della Commissione d’inchiesta, che deve fare luce sulle intrusioni illecite del finanziere Pasquale Striano, in concorso con l’ex pm Antonio Laudati e tre giornalisti di Domani, ai danni di politici del centrodestra.

 

Nelle ultime settimane la bufera su De Raho ha raggiunto l’apice, con la scoperta di una relazione che il suo vice Giovanni Russo giura di aver mostrato al capo nei primi mesi del 2020, quando avrebbe informato il procuratore della condotta illecita di Striano e delle interferenze con altri gruppi di lavoro. Falsità e menzogne, si difende il grillino, che annuncia querele a destra e a manca.

Ma ieri, a San Macuto, la versione di Russo è stata rafforzata agli atti dall’audizione del luogotenente dei carabinieri Gennaro Salese, all’epoca coordinatore operativo del Gruppo Ricerche della Dna. A precisa domanda del presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, sulla relazione scritta da Russo per De Raho, Salese ha risposto che «non sapevo dell'esistenza del documento, l’ho visto alla Procura di Perugia quando sono andato. Ne ero a conoscenza perché il procuratore Russo me ne aveva parlato a voce a suo tempo. A me all'epoca aveva detto che ne aveva parlato con il procuratore De Raho». Salese, insomma, conferma la versione di Russo, il quale ha confidato al procuratore di Perugia Raffaele Cantone che quando mostrò quella relazione, il capo gli chiese di non protocollarla e gli garantì che avrebbe approfondito le criticità su Striano. E mentre De Raho, che ieri non era in aula, torna a smentire quella ricostruzione e a minacciare «querela nei confronti di chiunque continua a diffamarmi», i commissari di centrodestra chiedono all'unanimità che il grillino venga defenestrato dall’Antimafia.

 

«Comprendo che De Raho insista nella sua versione, ma il castello di carte sopra il quale si erige sta crollando miseramente», ha detto Gasparri, garantendo che Palazzo San Macuto «andrà avanti senza fare sconti a nessuno.

Oggi Cafiero De Raho non è più il procuratore antimafia, che poteva intimidire tutti, è un cittadino e, purtroppo, è anche momentaneamente un parlamentare e dovrà rispondere dei fatti per i quali viene chiamato in causa, come tutte le persone che si sono trovate di fronte a lui spesso innocenti e indagate, in alcuni casi, senza alcuna ragione». Stesso tenore le dichiarazioni del deputato di Fratelli d'Italia, Riccardo De Corato, il quale ha sottolineato che «se dunque, come ho motivo di credere, come sosteniamo da tempo e come confermato oggi da Salese, De Raho era consapevole di quanto Striano e Laudati stavano architettando, non si può tollerare più un tale, grave, conflitto di interessi».

E alla difesa a spada tratta di De Raho, tentata dal grillino Michele Gubitosa che ha definito i commissari di maggioranza «infangatori seriali», rispondono in coro il forzista Pietro Pittalis, il leghista Gianluca Cantalamessa e il deputato di Noi Moderati, Pino Bicchielli, precisando come le ragioni dell’»ex procuratore «audizione dopo audizione, si stanno sciogliendo come neve al sole» e che «Salese ha confermato quello che ormai sembra essere un dato acquisito, ovvero che Cafiero De Raho era al corrente dei comportamenti del tenente Striano». Una resa dei conti che si consuma anche fuori dalla Commissione, con vendette trasversali che colpiscono la presidente Chiara Colosimo, attaccata da De Raho e dal collega Roberto Scarpinato per alcune importanti dichiarazioni sulla corruzione. La critica è demagogia spicciola: «Ma con che coraggio e faccia tosta riesce a dire una cosa del genere quando il suo governo e la sua maggioranza da due anni demoliscono la normativa anticorruzione?».

Dai blog