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Virus Congo, cosa sappiamo del caso sospetto a Lucca: "Venti giorni di febbre"

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Un caso sospetto a Lucca di un paziente cinquantenne con febbre di rientro dal Congo ha fatto scattare l’allarme per la possibilità che avesse contratto la malattia ancora sconosciuta che ha causato una settantina di morti nel Paese africano. L’uomo è stato ricoverato il 22 novembre e dimesso il 3 dicembre perché guarito ma, dopo che è scattato l’allarme in Congo, l’ospedale San Luca di Lucca ha informato l’Istituto Superiore di Sanità che sta monitorando la situazione in costante contatto con il ministero della Salute.

I SINTOMI - La sintomatologia influenzale con febbre e anemia era potenzialmente riconducibile a quella descritta negli ultimi giorni nel Paese africano, ha riferito Maria Rosaria Campitiello, capo dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute. Il ministero sta procedendo con i dovuti accertamenti e i campioni di sangue prelevati dai Nas «verranno prontamente analizzati dall’Istituto Superiore della Sanità», ha aggiunto.

IL FOCOLAIO - Il cinquantenne italiano curato a Lucca lavora in Congo a 700 km dalla regione di Panzi, a sud-est di Kinshasa, dove è stato documentato il focolaio. «È stato richiamato per accertamenti per una questione di massima precauzione» una volta che si è appreso del focolaio congolese, ha fatto sapere la Asl Toscana nord ovest. A oggi, però, «non c’è pericolo di contagio», ha assicurato il responsabile delle malattie infettive dell’ospedale lucchese, Spartaco Sani. I sintomi della misteriosa malattia che si sta diffondendo in Congo sono simili a quelli di un’influenza, come tosse, febbre e forte mal di testa e in alcuni casi anche anemia. La provincia interessata è quella di Kwango, nel sud del Paese africano. Più nello specifico, è stata colpita la zona di Panzi, un’area rurale in cui la possibilità di ottenere farmaci e cure è molto limitata.

LA SCOPERTA - Sara Moneta, responsabile del reparto malattie infettive dell'ospedale toscano che ha segnalato il caso, ha spiegato al Tg3 che al momento non c'è "nessun motivo di allarme". Ha spiegato che l'uomo ha avuto 20 giorni di febbre senza che se ne sia chiarita la causa.

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