doppia morale

Treviso, l’uomo morto di freddo sfrattato da casa dall’attivista anti sfratti

Christian Campigli

La doppia morale come stile di vita, l'ipocrisia come tratto distintivo. Un segno netto, ben visibile, che rappresenta ed identifica la sinistra italiana. Sia quella radical chic, da salotto e villa a Capalbio, ma anche quella più popolare, i No Global, i gruppi di attivisti vicini ai centri sociali. L'ennesima conferma di questa tendenza ha come involontario protagonista Marco Magrin, il 53enne trovato senza vita in un garage a Treviso. Una storia terribile, quella di un uomo, un italiano, un operaio morto perché non poteva permettersi un appartamento col proprio stipendio. Morto dal freddo, un infarto, verosimilmente causato dalle basse temperature della rimessa per auto (sprovvista di riscaldamento) nella quale andava a dormire. Una vicenda che ha un lato oscuro se possibile ancora più osceno.

 

 

L'appartamento da cui era stato sfrattato è di Andrea Berta, attivista trevigiano del Cso Django e dell’associazione Caminantes. Un associazione di estrema sinistra che si occupa proprio di emergenza abitativa. Una frizione tra la realtà e la propaganda che lascia esterrefatti. Secondo la ricostruzione del quotidiano locale «Il Gazzettino di Treviso», Berta era presente giovedì scorso al blitz che ha bloccato il consiglio comunale di Treviso per protestare contro gli sfratti e l’emergenza casa in città. Ma non solo: Berta ha aperto il corteo contro lo sgombero del Park Appiani e la manifestazione per la morte di Mandeep Singh, il 32enne indiano morto, a sua volta, di freddo. L’attivista avrebbe ereditato da una zia, due anni fa, l'appartamento dove viveva Marco Magrin. Il garage dove il 53enne ha perso la vita, invece, non sarebbe di proprietà dell’attivista trevigiano. Berta ha affermato di non aver sfrattato nessuno. Ma semplicemente di non essere più stato in grado di pagare le spese (bollette e condominio) di quell’appartamento. E di aver così deciso di cambiare la serratura all’immobile. Un atteggiamento, sia ben chiaro, assolutamente comprensibile: le case hanno un numero pressoché interminabile di spese, che devono essere affrontate o dall’affittuario o dal proprietario. Fa però riflettere che, a portare avanti un simile ragionamento sia un attivista di un movimento di estrema sinistra, in piazza una settimana sì e l’altra pure, per chiedere alle istituzioni di aumentare il numero di case popolari, i contributi per gli affitti e di tassare senza pietà gli air BnB.

 

 

«L'emergenza abitativa non è uno slogan né una battaglia ideologica. Chi come Django la affronta solo per risalto mediatico non fa altro che alimentare il problema - ha affermato Alberto Ciamini, consigliere comunale di Fratelli d’Italia -. Risuona come un contrappasso Dantesco il caso dell’attivista che millanta ospitalità salvo poi lavarsi quando ad essere toccata è la sua proprietà». Dello stesso avviso anche il collega di partito Raffaele Speranzon, vicepresidente vicario di FdI in Senato. «La scomparsa di Marco Magrin a Treviso è l’epilogo di una storia triste e atroce che grida vendetta a Dio: è disumano morire di freddo in un garage. L’uomo di 53 anni era stato sfrattato dall’abitazione in cui viveva che è di proprietà di Andrea Berta, militante del centro sociale trevigiano Django e dell’associazione Caminantes che da settimane manifesta contro sfratti ed emergenza casa in città. Se il militante di estrema sinistra era a conoscenza dello stato di indigenza di Magrin, perché invece di segnalarlo ai servizi sociali quando andava in comune a protestare contro gli sfratti, ha preferito cambiare la serratura della sua proprietà?». Speranzon ha puntato il dito anche contro il Pd. «I dem, con la solita superficialità e malafede, senza sapere chi avesse sfrattato Magrin, ha organizzato una manifestazione e dato la colpa allo Stato, quando in realtà Marco Magrin è stato ucciso dalla sinistra ipocrisia e dall’indifferenza sinistra».