Muore dopo lo sfratto dell'attivista anti-sfratti: tutta l'ipocrisia della sinistra
Marco Magrin era stato trovato senza vita in un garage di via Castagnole a Treviso. L'apparttamento era di proprietà di Andrea Berta, attivista trevigiano del Cso Django9 e dell'associazione Caminantes.
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«La scomparsa di Marco Magrin a Treviso è l’epilogo di una storia triste e atroce che grida vendetta a Dio: è disumano morire di freddo in un garage. L’uomo di 53 anni era stato sfrattato dall’abitazione in cui viveva che è di proprietà di Andrea Berta, militante del centro sociale trevigiano Django e dell’associazione Caminantes che da settimane manifesta contro sfratti ed emergenza casa in città. Se il militante di estrema sinistra era a conoscenza dello stato di indigenza di Magrin, perché invece di segnalarlo ai servizi sociali quando andava in comune a protestare contro gli sfratti, ha preferito cambiare la serratura della sua proprietà? Purtroppo i tipi dei centri sociali sono quelli che fanno i cortei per la casa e che occupano abusivamente le case degli altri, poi se è casa loro sfrattano chiunque, soprattutto se il malcapitato è pure italiano. Per l’ennesima volta gettano la maschera le ’anime bellè che si scambiano con gli scafisti i migranti in mare per farsi i selfie e poi fanno morire gli italiani. Nel frattempo il PD ieri con la solita superficialità e malafede, senza sapere chi avesse sfrattato Magrin, ha organizzato una manifestazione (magari con i loro amici dei centri sociali?) e dato la colpa allo Stato, quando in realtà il povero Marco Magrin è stato ucciso dalla sinistra ipocrisia e dall’indifferenza sinistra». Lo dichiara il vicepresidente vicario di Fratelli d’Italia in Senato, Raffaele Speranzon