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Criminalità e stranieri, i dati danno ragione a Meloni e Valditara: tutti i numeri

Giulia Sorrentino
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Si è parlato molto di incremento della criminalità giovanile, ma quali sono effettivamente i dati a supporto di questa tesi? A fornirceli è il report del Servizio Analisi Criminale, che ha esaminato le segnalazioni di minori della fascia d’età 14-17 anni, denunciati e/o arrestati in Italia nel periodo 2010-2023. Il primo aspetto che si evince è che, dopo una decrescita durata fino al 2020, le segnalazioni sono aumentate rapidamente fino a raggiungere un picco massimo di criminalità minorile nel 2022, il più alto dal 2010, con solo una piccola riduzione nel 2023. Il secondo punto preoccupante riguarda il fatto che una quota spropositata di questi reati è commessa da stranieri: nel 2023 sono 16.022 i giovani stranieri denunciati e/o arrestati sul territorio nazionale a fronte dei 15.151 giovani italiani. Già solo in termini assoluti, quindi guardando i numeri senza fare proporzioni, gli immigrati commettono più reati degli italiani, ma se consideriamo che, su 10 giovani, 9 sono italiani e solo 1 è straniero, ciò implica che in percentuale il tasso di criminalità dei giovani stranieri è molto più alta.

 

 

 

Secondo l’Istat i giovani residenti in Italia di età compresa tra i 14 e i 17 anni sono circa 2,3 milioni. Di questi solo il 10% sono stranieri, eppure commettono lo stesso numero di reati degli italiani. Questo comporta che il tasso di criminalità minorile è di dieci volte superiore tra gli stranieri rispetto agli italiani, in base al rapporto tra le segnalazioni e il numero di residenti italiani e stranieri.Questa spaccatura è ancora più evidente per quanto riguarda la violenza sessuale: gli stranieri commettono questo reato con una frequenza di undici volte e mezzo superiore rispetto agli italiani. Non solo, ma la tendenza dei reati commessi dagli stranieri dal 2016 rispetto al totale è in crescita costante, passando da poco più di un terzo nel 2016 a oltre il 50% nel 2023. “Occorre non far finta di non vedere che l’incremento di fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”: queste erano le parole del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara oggetto di critiche da parte di una certa fetta dell’opinione pubblica.

 

 

Ma i dati che vi mostriamo fotografano una situazione preoccupante non solo da un punto di vista di integrazione, ma corroborano in modo significativo quanto sostenuto anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni quando ha detto che “c'è una incidenza maggiore, purtroppo, nei casi di violenza sessuale, da parte di persone immigrate, soprattutto illegalmente” e questo è quanto mai vero nei giovanissimi. Un altro fenomeno che è stato analizzato nel documento,nel biennio del 2022-2023, è quello delle baby gang, e si evidenzia un incremento delle segnalazioni di minori relativamente a rapina, lesioni dolose e violenza, a fronte, invece, di un decremento di quelle relative a rissa e percosse. Per quanto riguarda i motivi alla base di certe derive criminali, i dati hanno evidenziato situazioni di marginalità̀ o disagio socioeconomico per molti componenti delle gang giovanili, i rapporti problematici con le famiglie, con i pari o con il sistema scolastico. Influente è anche l’uso dei social come strumento per rafforzare le identità di gruppo e generare processi di emulazione. Ricordiamoci che il web quell’ossessiva ricerca della popolarità, spinta ulteriore verso un sentimento di onnipotenza.

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