Filippo Turetta condannato all'ergastolo. Gino Cecchettin: "Abbiamo perso tutti"
Filippo Turetta, reo confesso della morte della ex fidanzata Giulia Cecchettin, è stato condannato all’ergastolo. Escluse le aggravanti di stalking e crudeltà. La decisione della Corte d’Assise di Venezia è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio per il ragazzo di Torreglia, accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, stalking e occultamento di cadavere. Il pm Andrea Petroni, nella requisitoria, aveva chiesto l’ergastolo, mentre la difesa del giovane - gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera - aveva chiesto che le aggravanti fossero considerate insussistenti e che venissero riconosciute le attenuanti generiche, "in termini di equivalenza e subvalenza".
Omicidio Cecchettin, per Turetta il giorno della verità: rischia l'ergastolo
Presente Gino Cecchettin che, parlando con i cronisti, ha condiviso il suo pensiero. "Abbiamo perso tutti come società. Nessuno mi darà dietro Giulia quindi non sono sollevato né più triste rispetto a ieri. È stata fatta giustizia, la rispetto, ma credo che la violenza di genere non si combatte con le pene ma con la prevenzione, con concetti che sono molto lontani. Come essere umano mi sento sconfitto, come papà non è cambiato niente". "Ora si riparte con i messaggi di sempre, mi dedicherò alla Fondazione cercando di salvare altre vite. Non è questa la sede per onorare la memoria di Giulia. Oggi era una tappa dovuta per rispettare le leggi che ci siamo dati come società civile. Ora si cerca di andare avanti", ha aggiunto.