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Trentino, abbattuto l'orso "M91": operazione "necessaria". L'ira degli animalisti

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Terza uccisione di un orso in Trentino in meno di dieci mesi. Dopo ’M90’ ai primi di febbraio, ’Kj1’ a fine luglio, questa notte la guardia forestale trentina ha abbattuto l’esemplare ’M91’, maschio di poco più di due anni. L’operazione di rimozione che, come ha riferito la Provincia Autonoma di Trento, «era necessaria», è stata condotta nel territorio del comune di Sporminore in Val di Non. La forestale trentina ha operato in base al decreto firmato dal presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, nell’ambito della legge provinciale 9/2018 ai fini di «assicurare la tutela della sicurezza e dell’incolumità pubblica». Perché è stato ucciso l’ orso ’M91’? Come riferisce la Provincia di Trento, l’esemplare nell’aprile scorso aveva seguito a lungo una persona nella zona di Molveno e nel corso dell’estate e dell’autunno, era entrato ripetutamente in centri abitati. Un comportamento che è stato definito dalle autorità pericoloso ai sensi del Pacobace (Piano Interregionale per la Conservazione dell’ Orso Bruno sulle Alpi Centro - Orientali). La Provincia di Trento sostiene che la decisione è stata presa «per scongiurare l’evenienza del verificarsi di un evento di ancora maggiore gravità rispetto a quelli già registrati» aggiungendo che «sulla rimozione si è espresso positivamente anche l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)». 

 

 

 

Le reazioni di animalisti non si sono fatte attendere. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana difesa animali e ambiente, sull’uccisione di ’M91’ ha detto che «è l’ennesima dimostrazione dell’ossessione dei politici trentini per gli orsi» precisando che «per chi ama gli animali e passa la propria vita a difenderli e per la stragrande maggioranza degli italiani che è contraria alla loro uccisione tutto ciò è inaccettabile!». Brambilla, prima firmataria della legge a suo nome che punisce severamente chi maltratta, uccide, o fa del male agli animali, ritiene «del tutto inaccettabile che, in questi casi, siano proprio le istituzioni a dare il cattivo esempio, gli animali selvatici sono patrimonio indisponibile dello Stato e come tali vanno tutelati, non ammazzati». Massimo Vitturi della Lega Antivivisezione (Lav Italia) parla di «metodo antidemocratico» da parte di Fugatti. «È impossibile per la Lav di rivolgersi al Tar per chiedere la sospensione di un decreto tanto sanguinario quanto assurdo perchè ha condannato a morte un orso che doveva invece essere preso ad esempio per non avere risposto alle molteplici provocazioni subite nel tempo - ha detto l’esponente della Lav - la tutela della sicurezza delle persone non si realizza con l’uccisione degli orsi ma solo attraverso la scrupolosa applicazione delle indicazioni scientifiche, alle quali però Fugatti e i suoi sodali sembrano essere del tutto refrattari». 

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