Gino Cecchettin contro la difesa di Turetta: "La memoria di Giulia umiliata"
"Io ieri mi sono nuovamente sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata". Gino Cecchettin, all'indomani dell'arringa difensiva pronunciata davanti alla corte d'Assise di Venezia dai legali di Filippo Turetta con l'intento di provare a risparmiare all'imputato l'ergastolo, non ci sta e affida ai social la sua dura reazione. "La difesa di un imputato è un diritto inviolabile, garantito dalla legge in ogni stato e grado del procedimento", ha premesso il papà di Giulia, la ragazza uccisa brutalmente dall'ex fidanzato.
“È mio fratello, non mi interessa quello che è successo”. Parla Andrea Turetta
Tuttavia, "credo che nell’esercitare questo diritto sia importante mantenersi entro un limite che, pur non essendo formalmente codificato, è dettato dal buon senso e dal rispetto umano", ha spiegato l’uomo, ieri assente durante la discussione degli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera. "Travalicare questo limite rischia di aumentare il dolore dei familiari della vittima e di suscitare indignazione in chi assiste", ha concluso.
"Giulia non aveva paura di lui": i legali di Turetta provano a evitare l'ergastolo
La difesa di Filippo Turetta ha chiesto l’ ”insussistenza delle aggravanti, della premeditazione, della crudeltà, degli atti persecutori e del rapporto affettivo”. I difensori, Giovanni Caruso, e Monica Cornaviera, hanno anche chiesto che vengano riconosciute le circostanze delle attenuanti generiche e che, se le aggravanti rimarranno immutate, le attenuanti "vengano considerate nel giudizio di comparazione con il valore dell'equivalenza". "Filippo Turetta ha agito in preda all'emotività, nell'alterazione di una situazione emotiva in cui ha agito con concitazione. È un omicidio efferato ma non ha agito con crudeltà", hanno detto.