Sanità

Sanità, Giuliano: “Organici insufficienti e rischio burnout. Salviamo gli OSS!”

“La lettera aperta inviata da una OSS al sito specializzato Assocarenews.it riporta a galla la drammatica situazione in cui si trova ad operare questa figura fondamentale. La sintesi del grido di dolore dell’operatrice è: carichi di lavoro insostenibili, emolumenti che non consentono una vita dignitosa, rischio di stress correlato all’attività svolta per condizioni di sicurezza ed organici insufficienti. Un quadro drammatico che mette ancora più a rischio la tenuta della sanità italiana”, ha dichiarato in una nota Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute.  

 

 

“Perché si continuano a considerare gli OSS come lavoratori di serie B?", ha domandato. "Senza il loro operato – ha spiegato il sindacalista - la quotidianità dei pazienti nei reparti non può essere garantita. Se combattiamo per il potenziamento degli organici di medici ed infermieri urliamo con maggiore forza, con certezza e con rabbia che gli OSS non possono e non devono essere dimenticati, quasi fossero figli di un dio minore. Bisogna agire ed un primo passo deve essere la creazione, come già proposto dall’Onorevole Ilenia Malavasi, di un Registro Nazionale per il riconoscimento giuridico della figura che riteniamo propedeutico per l’erogazione di una formazione univoca su scala nazionale".

 

 

"Serve", ha aggiunto Giuliano, "aumentare gli emolumenti e defiscalizzarne alcune voci per rendere più forte la busta paga. Bisogna garantire sicurezza adeguata sui luoghi di lavoro così da proteggere anche questi professionisti da aggressioni e casi di burnout. Crediamo sia questa la strada da seguire, mentre confermiamo la contrarietà alla figura dell’assistente infermiere, un ibrido che non accontenta nessuno. Una formazione breve e poco approfondita non può certo essere la chiave per assegnare agli OSS maggiori responsabilità e mansioni. Alla politica urliamo: salviamo gli OSS! E restiamo ostinatamente al loro fianco perché si proceda in maniera rapida e chiara alla valorizzazione di una figura professionale che merita adeguati diritti e dignità all’interno della sanità italiana”.