sciatrice azzurra
Matilde Lorenzi, richiesta di apertura della pratica: "Indagini sbrigative"
"La Procura di Bolzano ha provveduto a chiudere le indagini in modo sbrigativo, nel giro di poche ore, non ravvisando alcuna responsabilità penale nella vicenda, che, invece, come si apprende da fonti di stampa, presenta numerosi aspetti poco chiari". È quanto ha scritto il consigliere laico del Consiglio Superiore della Magistratura, Ernesto Carbone, nel presentare all’Ufficio di Presidenza la richiesta di apertura della pratica circa l’incidente mortale della sciatrice azzurra Matilde Lorenzi avvenuto il 28 ottobre scorso sulle nevi della Val Senales in Alto Adige.
La pratica coinvolgerà anche la consigliera trentina del Csm, Claudia Eccher. Secondo Carbone, "le indagini sono state chiuse sulla base di un rapporto dei carabinieri nel quale si dichiara che la pista era dotata di protezioni" per poi precisare, "tuttavia, da fotografie scattate dall’alto immediatamente dopo l’incidente, è facilmente riscontrabile che, nel luogo in cui la sciatrice si trovava adagiata nel dirupo a seguito della caduta, mancavano reti di protezione a dividere la pista di allenamento dal fuori pista non battuto". Il consigliere Carbone ha poi segnalato che "tra le porte esterne e il bordo pista la distanza era minima e che le condizioni di sicurezza erano del tutto inadeguate per l’allenamento degli atleti".
Nel documento, il membro del Csm si pone la domanda: "Perché la Procura non ha condotto alcun accertamento in merito a responsabilità legate alla posizione e alle caratteristiche del tracciato sul quale gli atleti si stavano allenando?". Inoltre, Carbone sottolinea che "sul corpo della ragazza non è stata eseguita l’autopsia, per indagare su quali siano state, veramente, le cause del decesso e non è stato accertato se l’atleta sia morta a causa della caduta sulla pista, oppure per la caduta dopo il conseguente volo fuori pista". In conclusione Carbone ha scritto che "la pista non è stata chiusa e posta sotto sequestro al fine di espletare le indagini del caso e per la messa in sicurezza, ma è stata lasciata aperta e fruibile agli sciatori, col pericolo che potessero verificarsi altri incidenti".