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Giubileo, Papa Francesco apre tre Porte Sante. È giallo sul no a San Paolo

Francesco Capozza
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Manca solo l’annuncio ufficiale - che arriverà a giorni - ma Il Tempo è oggi in grado di svelare ciò che in Vaticano è dato ormai per certo: Papa Francesco aprirà personalmente, oltre a quella di San Pietro come da tradizione, anche le Porte Sante di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore (ma non quella di San Paolo), dando così il via ufficiale al Giubileo. Le date ci sono già: il 24 dicembre, prima della veglia di Natale, sarà spalancata la Porta Santa della Basilica vaticana, il 29 quella della Basilica lateranense, il primo gennaio Bergoglio sarà a Santa Maria Maggiore e infine il 5 verrà aperta dal cardinale americano James Micheal Harvey quella di San Paolo fuori le Mura, di cui il porporato è Arciprete. Nell’intermezzo tra San Pietro e San Giovanni, il giorno di Santo Stefano, il pontefice si recherà al carcere di Rebibbia per aprire anche lì una simbolica Porta della Misericordia.

 

 

Il fatto assolutamente nuovo nella storia dei Giubilei è che il Papa stavolta abbia avocato a sé il compito simbolico sì, ma molto particolare, di procedere all’apertura di ben tre delle quattro Porte Sante situate nelle rispettive chiese maggiori dell’Urbe. Storicamente, infatti, il pontefice ha sempre aperto esclusivamente quella in San Pietro, mentre nelle altre tre Basiliche il compito di celebrare analogo rito veniva svolto dai cardinali Arcipreti delle medesime. In tempi remoti era perfino un compito assai redditizio per i fortunati porporati che si trovavano a ricoprire tale carica proprio a cavallo dell’anno giubilare che, come è noto, si celebra ogni 25 anni. Questa volta però il polacco Stanislaw Rylko e il nuovo Vicario di Roma, l’ormai prossimo cardinale Baldassare Reina, rispettivamente arcipreti di Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano, rimarranno «disoccupati». Se la scelta di San Giovanni può non sorprendere, visto che Papa Francesco ha di recente riformato il Vicariato potenziando i propri poteri su di esso e fin dalla sua elezione ha sempre tenuto a precisare di essere lui formalmente il Vescovo di Roma, a far notizia è la decisione presa in questi ultimissimi giorni di aprire personalmente anche la Porta Santa della Basilica dedicata alla Madre della Chiesa situata all’Esquilino. Chi però conosce Bergoglio non dev’essersi stupito più di tanto, il pontefice è infatti molto legato a Santa Maria Maggiore: vi si reca per pregare prima e dopo ogni viaggio all’estero e lì ha deciso che vuole essere seppellito quando passerà a miglior vita. La sua tomba, peraltro, è già stata preparata e i lavori da lui stesso approvati.

 

 

 

Resta quindi, salvo soprese dell’ultim’ora, solo il cardinale Harvey ad avere il privilegio di aprire la Porta Santa di San Paolo fuori le Mura al quartiere Ostiense. Qualche lingua malevola - e Oltretevere non sono poche - interpreta però questo gesto di Bergoglio non tanto come un segno di benevolenza nei confronti del porporato americano, piuttosto il contrario. Harvey, che ha compiuto 75 anni lo scorso ottobre e che è quindi canonicamente obbligato a rassegnare le dimissioni per raggiunti limiti di età, era dato già in uscita come Arciprete e molti si aspettavano che venisse sostituito prima del Giubileo. Che Francesco abbia per il momento ritenuto di soprassedere all’avvicendamento a San Paolo non significa però che Harvey rimarrà in carica fine alla fine del Giubileo. D’altronde si sa, questo Papa è imprevedibile.

 

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