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Chiusi per ferie al Ramadan, multati a Natale: tolleranza a fasi alterne

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Damiana Verucci
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Quanto abbiamo bisogno di festa, di luci e di colori, in una città martoriata dal traffico e dai mille cantieri in vista dell’ormai imminente Giubileo. Le attività commerciali hanno sofferto e stanno continuando a soffrire per il calo dei consumi e per i disagi, vedono il prossimo Natale come un momento per riprendersi, accendono le luci prima del tempo, aumentano il numero degli addobbi, vestono a festa le loro vetrine sperando di attirare così più clienti, non pensando mai che questo possa significare, invece, infrangere le regole. Prendere di mira il Natale e tutto ciò che lo accompagna in termini di tradizione non è una novità, ma almeno finora erano finite nel mirino rappresentazioni della natività, un fiorire di presepi horror con variazioni più o meno fantasiose sul tema della Sacra Famiglia che restituiva la modalità surreale di chi transita dalla tradizione cattolica per contrastarne i valori stessi. Polemiche assicurate con petulante puntualità anche per quelle scuole che allestiscono presepi per le festività e si ritrovano attaccate in nome dell'orrifico politicamente corretto, magari da esponenti di religioni diverse da quella cattolica, che considerano quei simboli un affronto alla propria identità. Dimenticano di vivere e forse anche di essere nati in un Paese di tradizione cattolica e in una città, Roma, simbolo della cristianità nonché sede del Vaticano.

 

 

La stessa che negli anni ha dovuto “sopportare” manifestazioni e proteste della comunità islamica contro la chiusura dei centri di culto o che, come lo scorso aprile durante la preghiera di fine ramadan, ha dovuto assistere allo spettacolo raccapricciante di donne separate dagli uomini da una rete metallica. «Mamma» Roma, che da sempre tutti accoglie. Ci piace così. Ma in un attimo diventa matrigna e respinge delle "lucette". Proprio così, luci natalizie al centro della commissione commercio del I Municipio che ha avuto per oggetto l’articolo de Il Tempo sul titolare del ristorante Giulio&Sisto al Celio, multato di 300 euro per aver addobbato il suo ristorante al di fuori del periodo consentito, o meglio quattro giorni prima di una "fantomatica" data - mai fissata ufficialmente - del 19 novembre per il montaggio e il 22 per l’accensione. «Ci muoviamo su un articolo della dac (deliberazione assemblea capitolina), il 12 del 2023 che dice che non devono essere installati pannelli luminosi, ad eccezione di addobbi natalizi nel periodo autorizzato dall’Amministrazione», spiega l’assessore al commercio del Centro storico della Capitale, Jacopo Scatà. Peccato che l’Amministrazione si sia dimenticata di indicare qual è questo periodo perché nella delibera non ci sono date.

 

 

E quindi? «Questo articolo è generico - ammette Scatà - non essendo indicati i tempi la polizia locale, correttamente, considera il periodo natalizio con le uniche date che sono quelle del bando per l’installazione delle luminarie, ovvero il 22 novembre inizio e il 26 gennaio la fine. Al di fuori di questo periodo gli addobbi sono sanzionati». Si capisce da sé che si tratta di una mera interpretazione, la stessa che emerge ogni volta che gli atti sono scritti in modo generico. È lì che si infilano dubbi e tutto diventa opinabile, laddove la norma non è chiara e a farla rispettare ci sono uomini in divisa che sono andati a trovare l’esercente ben due volte per assicurarsi un verbale. «Invece di premiarlo, lo hanno multato - si è indignato Claudio Pica, presidente Fiepet Confesercenti -. Scriveremo al municipio I e ai capigruppo della maggioranza di rivedere tutte le linee guida per gli addobbi natalizi con un’apposita disposizione transitoria che possa fare annullare le sanzioni già emesse». Anche la commissione ha convenuto di sollecitare l’assemblea capitolina a rivedere le norme, ma se tutto va bene se ne parlerà il prossimo Natale. Intanto chi è stato sanzionato potrà fare ricorso, anche se resta l’amarezza di regole che hanno dell’assurdo.

 

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