Banca d'Italia, la surreale protesta dei dipendenti per gli stipendi: “La vita è più cara”
I dipendenti della Banca d’Italia, noti per essere tra i più retribuiti nel settore pubblico, hanno sollevato una polemica che non è passata inosservata. Rivendicando il mancato adeguamento degli stipendi al costo della vita, il sindacato Cisal-Sibc ha indirizzato critiche alla gestione dell’istituto, guidato dal Governatore Fabio Panetta. Nel mirino dei sindacati, svela Open, c’è il congelamento delle retribuzioni, nonostante l’inflazione crescente. Tuttavia, i numeri raccontano una realtà particolare: i 6.968 dipendenti della Banca d’Italia rappresentano un costo complessivo di oltre un miliardo di euro, con una spesa media per dipendente di circa 149.000 euro all’anno. Inoltre, oltre la metà del personale appartiene a livelli apicali, con retribuzioni che possono raggiungere i 232.000 euro per i vertici, ben al di sopra delle medie nazionali.
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Al centro della protesta c’è il mancato riconoscimento dell’IPCA 2024, un indice che misura l’aumento del costo della vita al netto dei beni energetici importati, stimato dall’Istat all’1,9% per il prossimo anno. Il sindacato accusa i vertici di trascurare i contratti, definendo la scelta “pericolosa” sia sul piano legale che su quello morale. Il malcontento è tale che il sindacato ha minacciato una forma di protesta passiva, suggerendo che i dipendenti potrebbero ridurre il loro impegno quotidiano. “Se la Banca non rispetta gli accordi, perché dovrebbero farlo i lavoratori?”. “Vogliamo solo segnalare al vertice dell’istituto che, mentre tiene congelati gli stipendi, la vita per noi mortali è rincarata, e neanche poco”, la frase che maggiormente colpisce della presa di posizione del sindacato.
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