inchiesta bomba
Lo Stato delle Cose, scandalo patronati Cgil: esce di tutto. Giletti: "E Landini parla di rivolta sociale"
Un furente Massimo Giletti svela l’inganno Inca-CGIL e le presunte irregolarità dei patronati italiani all’estero. Nel suo Lo Stato delle Cose il presentatore Rai infatti ha lanciato l’inchiesta di Alessio Lasta su chi assiste i nostri emigrati oltre confine a suon di milioni di euro ma, secondo quanto ricostruito dall’inviato, in maniera non del tutto corretta. Sotto i riflettori, i patronati di New York e di Zurigo. Minimo comune denominatore: pratiche illegali, duplicate, servizi gratuiti trasformati in moneta sonante grazie a fittizie donazioni, truffe ai danni dei connazionali e i punteggi che regolano l’erogazione di finanziamenti pubblici pompati dai funzionari Inca e rivisti al ribasso del 99% da parte del ministero.
Partiamo dagli States. I patronati trasformati in un’azienda privata, un “luogo di business” – come dice un alto dirigente Inca in una registrazione pubblicata dalla trasmissione di Rai3 lunedì 18 novembre – dove l’importante ruolo del sindacato è svilito a favore del magna-magna generale e della corsa al finanziamento pubblico made in Italy. Lo 0,199% dei contributi previdenziali che i lavoratori italiani versano ogni anno all'Inps finisce infatti ai patronati. “Centinaia di milioni” come sottolineato dall’inviato di Giletti a cui si aggiungono anche le centinaia di dollari che i nostri connazionali si vedono pretesi sotto forma di donazione. “Si deve dare una donazione, loro dicevano. 10 o 20, non so, una cosa così – racconta un testimone – Non è una donazione se io ti dico quanto mi devi dare. ‘Donation is a right to give you’ no? Quello che ti posso dare io”.
Le prestazioni gratuite che poi diventano a pagamento e di cui Giletti mostra più volte le ricevute a tutto schermo, non è il solo buco nero della galassia Inca a New York. I punteggi che i patronati ricevono per ogni pratica svolta a favore dei nostri connazionali e i loro rendiconti rappresentano una vera anomalia. Una mail della Direzione Generale Politiche Previdenziali e Assicurative del Ministero del Lavoro è esplicativa: nel 2020 a fronte di 770,65 punti dichiarati, gli ispettori del ministero ne convalidano solo 4 con una decurtazione del 99,5%. Nel 2021, su 263,5 punti dichiarati da Inca, il Ministero ne convalida solo 0,5 con una decurtazione del 99,8%. Dati gonfiati anche duplicando le pratiche di pensione e dichiarando prestazioni inesistenti.
Non va meglio in Svizzera dove si è consumata una truffa ai danni dei nostri emigrati, che hanno perso la propria pensione per mano del sindacato al quale si erano rivolti dopo una vita di duro lavoro. Come abbiamo già raccontato sulle nostre pagine, la vicenda ruoterebbe attorno alla figura di Antonio Giacchetta, ex direttore della sede dell’Istituto Nazionale Confederale di Assistenza-Cgil a Zurigo. Una truffa milionaria – oltre 35 milioni di franchi svizzeri – che avrebbe colpito i nostri pensionati residenti in Svizzera. Soldi che venivano veicolati verso il conto corrente Inca-Cgil e che sono andati in fumo a causa del dichiarato fallimento del patronato, dopo che Giacchetta li aveva sperperati in investimenti rischiosi e spese personali.
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Irregolarità su irregolarità. Illeciti su illeciti. E nonostante l’Ente sia stato chiamato dal conduttore in trasmissione, nessuno si è presentato. Anzi, in una mail l’Inca ha delegittimato il lavoro della redazione dello Stato delle Cose e ha accusato Giletti di creare di inchieste ad arte. Critiche rispedite al mittente dal giornalista che a fine puntata è passato al contrattacco rivolgendosi a Maurizio Landini, il numero 1 della CGIL: “Landini dice che ci vuole la rivolta sociale. Io non mi permetto di dire nulla a Landini, ma in questo caso bisognerebbe star vicini davvero ai lavoratori, ai pensionati – sottolinea – Gente che ha perso tutto per colpa di chi? Non certo loro, si erano fidati dell'Inca-CGIL”. E infine: “Ma una cosa vorrei capire. Non parlatemi più di rivolta sociale. Aiutate davvero concretamente chi ha perso tutto per colpa vostra”.