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Cadore, bufera sull'hotel: "Israeliani responsabili di genocidio, non siete graditi"

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Prenotazione rispedita al mittente perché Israeliani. È esploso il caso di un hotel di Selva di Cadore che ha inviato questo messaggio - originariamente scritto in inglese - a due turisti intenzionati a trascorrere alcuni giorni ai primi di novembre sulle Dolomiti bellunesi: "Buongiorno. Vi informiamo che gli israeliani, in quanto responsabili di genocidio, non sono clienti ben accetti nella nostra struttura. Pertanto, qualora vogliate cancellare la vostra prenotazione, sarete felici di farlo, e altrettanto lo saremo noi di offrirvi una cancellazione gratuita". A inviarlo tramite la piattaforma Booking è stato l'Hotel Garnì Ongaro di Selva di Cadore. 

 

A denunciare il fatto è stato il presidente della comunità ebraica di Venezia, Dario Calimani. Il titolare della struttura, Patrick Ongaro, non ha commentato e almeno un profilo social risulta disattivato. "In attesa di conoscere qualcosa di più su una notizia che, se sarà confermata, è di estrema gravità, mi sento profondamente turbato e resto allibito per quanto è accaduto. Il Veneto deve garantire le porte aperte a tutti - afferma il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia - Continuo a sperare che quanto riportato non sia vero, poiché l’ospitalità veneta non è questa. Credo fermamente che la nostra offerta turistica debba essere inclusiva, apolitica e rispettosa di tutti". 

L'episodio ha provocato reazioni sdegnate e infiamma i social. A commentare l'accaduto anche Sharone Lifshitz, parte della delegazione di ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023 e poi rilasciati, nel corso della conferenza stampa tenuta a Roma e trasmessa in streaming da Radio Radicale. "Penso che l’antisemitismo e l’incapacità di alcuni di distinguere i singoli dallo Stato di Israele porti a episodi" come quello di Cadore. "Questo non sarebbe successo a cittadini americani e cinesi e non dovrebbe succedere agli israeliani", ha detto Lifshitz, "non tutti gli italiani sono d’accordo con il governo dell’Italia, ma questo non accadrebbe a un italiano all’estero. Il governo israeliano fa cose con cui io come persona assolutamente non sono d’accordo, mia madre va in piazza a manifestare contro il governo, ma veniamo considerati agenti dello Stato di Israele. Credo che questo mostri di più sulle persone che pensano che siamo agenti del governo di Israele di quanto mostri su di noi".

 

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