La Basilica di San Pietro ai tempi dell'intelligenza artificiale: le foto del "gemello digitale"
A un mese dal Giubileo i frutti della collaborazione Vaticano-Microsoft. Visita virtuale hi-tech, nuovo sito, mostre immersive e realtà aumentata
Per un mese quando turisti e fedeli uscivano dalla Basilica di San Pietro, alla fine della giornata, all’interno si levavano in volo i droni e si mettevano al lavoro gli esperti di fotografia 3D e digital scanning. È il fulcro di un’operazione, iniziata oltre due anni fa, nata dalla collaborazione tra Microsoft e Vaticano e che, a un mese dal Giubileo, ha prodotto un nuovo portale web della Basilica, innovativi servizi di realtà aumentata per turisti e fedeli e soprattutto un «gemello digitale» di San Pietro. In altre parole, una ricostruzione in 3D elaborata con potentissimi motori di Intelligenza artificiale che sarà a disposizione di tutti i visitatori virtuali dal primo dicembre.
A presentare il progetto in Vaticano il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica e presidente della Fabbrica di San Pietro, e Brad Smith, vice chairman e presidente del colosso hi-tech.
Droni e fotografi di Iconem, l’azienda francese che ha prodotto le immagini poi sviluppate dagli algoritmi IA di Microsoft, hanno scandagliato ogni fibra all’interno e all’esterno della Basilica di San Pietro producendo 400mila foto, una mole enorme di dati corrispondente a 22 Petabyte. «Per contenerli ci vorrebbero 5 milioni di dvd, che messi uno sopra l’altro farebbero una colonna alta sei chilometri», spiega divertito Smith. Insomma, la Basilica passata ai raggi X non ha più segreti, basti pensare che nel corso della scansione sono uscite fuori micro-crepe sfuggite anche ai restauratori e colonie di ragni indisturbati per secoli, annidate nelle porzioni più irraggiungibili della cupola. Ma sussistono i misteri del centro della Cristianità, quelli insondabili, della bellezza e della spiritualità che l’Intelligenza artificiale oggi ci aiuta a scoprire.
«La Basilica è come il cielo stellato in una notte d’estate, incanta nella sua magnificenza, ma se l’ispirazione non è corroborata dall’intelligenza e dalla spiritualità l’esperienza non può dirsi piena», commenta Gambetti raccontando che l’idea del progetto è nata davanti alla pietà di Michelangelo conversando con Smith. Il quale sottolinea che il «gemello digitale» di San Pietro grazie alle possibilità tecnologiche attuali è un’impresa che non ha eguali: «Stiamo creando qualcosa per connettere le persone».
L’operazione porta con sé due mostre immersive sulla vicenda umana del Santo Pescatore e sulla storia del colle Vaticano, la pietra su cui si è edificata la Chiesa. Isole virtuali all’interno della Basilica permetteranno ai turisti di integrare con la realtà virtuale e aumentata le proprie visite attraverso i propri smartphone. Poi c’è il nuovo portale (www.basilicasanpietro.va) che ha l’obiettivo di essere «un vero e proprio ecosistema, all’interno del quale confluiscono diverse tecnologie: una piattaforma integrata, ad architettura aperta e scalabile, Mobile First, alla quale chiunque può accedere», ha spiegato Gambetti. In concreto, parliamo di una piattaforma di prenotazione degli accessi e un’app per servizi e audioguide digitali, una rivista e tante informazioni.
Dalla tomba di Pietro alla Cupola, tra i tesori del Bramante, di Michelangelo, del Bernini, di Raffaello, del Maderno e del Canova: ogni centimetro della Basilica sarà esplorabile in tour virtuale che rappresenta anche un prezioso documento per le generazioni future. E che grazie alla tecnologia legata al videogioco Minecraft diventa anche un ecosistema didattico per l’apprendimento. Sarà disponibile dal primo gennaio nella piattaforma Minecraft in education in collegamento con le scuole cattoliche in tutto il mondo, e con gli istituti che ne faranno richiesta. Arte, bellezza, storia, il mistero della fede e il richiamo della spiritualità. La Basilica di San Pietro è un mondo, che ora possiamo esplorare con gli strumenti dei nostri tempi.
Davide Di Santo