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Napoli, una tragica ipotesi sulla morte del 18enne Arcangelo Correa

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Erano due le ipotesi investigative che ruotavano attorno alla morte di Arcangelo Correa. La prima era che la morte del 18enne, trovato con un colpo di pistola alla testa questa mattina al centro di Napoli, fosse stata decisa dal clan Mazzarella, la cosca che domina gli affari nella zona del centro storico di Napoli. Una esecuzione per uno sgarro. La seconda, più suggestiva, è che invece fosse vittima della guerra tra bande e vittima della risposta all’omicidio di Emanuele Tufano, il 15enne del rione Sanità ucciso con un colpo di pistola nella zona del Mercato durante un inseguimento.

 

 

E invece, al momento, la pista più privilegiata porta ad un incontro tra amici e a un incidente durante la prova dell’arma, che forse di lì a poco sarebbe stata usata per un agguato. Questo emerge dall’interrogatorio di alcuni testimoni e in particolare da quello di due amici del giovane, uno dei quali cugino della vittima. A terra, sul luogo del delitto, gli agenti hanno trovato un bossolo inesploso, come se la pistola fosse stata scarrellata. Da qui l’ipotesi, che qualcuno stesse provando l’arma, con il colpo in canna, davanti ad Arcangelo, centrato con un proiettile al centro della testa. I genitori del ragazzo sono commercianti e lui, incensurato, aiutava il padre nel commercio di abbigliamento.

 

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