Piazza Armerina, "come l'hanno trovata": cosa non torna nella morte della 15enne
«Non si è uccisa». Ne sono convinte la madre e la sorella della quindicenne che è stata trovata impiccata dalla madre nell’abitazione di Piazza Armerina, nell’Ennese, lo scorso 6 novembre dopo avere lasciato anzitempo la scuola, secondo testimoni dopo una lite con alcuni compagni. La procura per i minori di Caltanissetta, dopo avere disposto il sequestro della salma che i colleghi di Enna avevano in un primo tempo restituito dopo l’esame tossicologico, ha fissato l’autopsia per il 13 novembre. L’invio degli atti alla procura minorile nissena, che indaga per istigazione al suicidio, in riferimento a possibili ipotesi di revenge porn e bullismo, potrebbe significare l’intenzione dei magistrati di verificare un ruolo dei coetanei della ragazza nella vicenda. Si cercano eventuali conferme in chat e video.
La quindicenne, dopo un pesante litigio durante la ricreazione a scuola, aveva chiamato i genitori, dicendo di sentirsi male. I familiari l’avevano portata a casa e la madre si era assentata per 40 minuti per alcune commissioni, facendo la tragica scoperta al suo ritorno. Adesso la sorella maggiore e la madre, sostengono che non riescono a spiegarsi come abbia fatto a impiccarsi in un lasso di tempo tanto breve, durante il quale avrebbe rovistato in camera sua, trovata a soqquadro, poi sarebbe uscita in giardino, avrebbe sciolto la corda di un’altalena con la quale avrebbe realizzato un cappio utilizzato per impiccarsi a un albero. Per la sorella, «non avrebbe mai compiuto un gesto simile», non era depressa e aveva un rapporto molto aperto con i familiari. La giovane nel pomeriggio è stata a lungo sentita al commissariato di Piazza Armerina, e questo sabato tocca alla madre essere sentita.
«Certo che non si è ammazzata - ha detto la sorella, ed è la posizione anche della mamma - ci sono troppe cose che non hanno senso. Sapete come è stata trovata? Aveva la corda avvolta al collo, al ventre, al collo, era inginocchiata, la porta era aperta e la stanza era a soqquadro». Quanto al litigio avvenuto a scuola, la madre ha raccontato che quando la figlia era salita in auto le aveva detto della lite aggiungendo «Poi ti dico». Ulteriori elementi si attendono dalle parole della madre che sarà sentita dai magistrati e dall’autopsia stabilita per la prossima settimana.