Influenza australiana, i primi casi in Italia e i danni al cervello: cosa sappiamo
La cosiddetta influenza australiana è arrivata in Italia. I primi casi sono stati registrati in Lombardia, in Piemonte, nel Lazio e in Liguria, a Genova, dove è stato individuato un caso con problemi neurologici dovuti al virus H3N2. "Si tratta di un signore di 76 anni con un quadro clinico impegnativo e sintomi importanti. In particolare predomina il quadro neurologico a dimostrazione del tropismo di H3N2 per tanti organi tra cui i polmoni e il cervello. Se il buongiorno si vede dal mattino…non sarà una bella stagione influenzale", ha scritto su X Matteo Bassetti, infettivologo del Policlinico San Martino.
Tuttavia, quello di Genova "è un caso che non fa statistica. Dire da questo che quest’anno l’influenza farà miliardi di contagi e che colpirà il cervello, mi sembra solo avere fretta di mettere terrore alle persone", spiega all’Adnkronos Salute l’epidemiologo Massimo Ciccozzi. "Così come non si può oggi prevedere il picco e dire che sarà anticipato: la bacchetta di Harry Potter non ce l’ha nessuno. Preoccupiamoci per il Giubileo, perché potrebbe far aumentare i contagi da malattie respiratori. Quindi, il mio consiglio è mascherine sui mezzi di trasporto visto che arriveranno a Roma e nel Lazio, già dall’8 dicembre, milioni e milioni di pellegrini", afferma l'esperto. "Dobbiamo dire invece - sottolinea - che circola un mix di virus. Oltre all’H3N2, ci sono il Sars-CoV-2 e il virus respiratorio sinciziale. Una buona comunicazione non terrorizza, ma spiega chi e perché deve vaccinarsi: oggi deve immunizzarsi chi ha più di 65, chi è immunocompromesso e chi ha malattie croniche importanti", conclude Ciccozzi.
Massimo Andreoni, professore emerito di Malattie infettive dell’Università di Roma Tor Vergata e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive tropicali (Simit), spiega che "l’influenza è una malattia sistemica, guai a definirla ’banale': ogni anno è causa di 5-15mila decessi poiché può dare complicanze molto severe, non soltanto respiratorie, come ad esempio delle encefaliti con interessamento del sistema nervoso centrale. Ma sia chiaro, i sintomi neurologici riscontrati al Policlinico San Martino di Genova nel primo paziente con H3N2, un uomo di 76 anni, non sono esclusivi dell’austrialiana. Possono infatti comparire in tutte le forme influenzali gravi che, oltre ad interessare l’apparato respiratorio, colpiscono anche altri organi". Insomma, tutte le influenze "possono avere complicanze e colpire anche il sistema nervoso centrale, quindi il cervello - spiega Andreoni - Poi più l’influenza si manifesta in maniera seria, più è probabile vedere manifestazioni neurologiche anche a distanza. Quindi l’ australiana, che sembra essere una malattia con decorso particolarmente serio e importante, evidentemente ha la probabilità di causare più casi neurologici gravi rispetto ad altre influenze meno gravi".
I soggetti più a rischio anche di andare incontro a sintomi neurologici? Secondo l’infettivologo, "lo siamo tutti, dai bambini agli over 60-65, persone fragili con comorbidità. Per questo motivo - conclude - occorre ricordare che il vaccino è la prima arma di prevenzione che abbiamo a disposizione".